Usa, crisi. Banche e corporazioni possono ridurre disoccupazione

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 11:45 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Banche e corporazioni americanepotrebbero se solo lo volessero risolvere il problema della disoccupazione, a quanto afferma un raporto redatto da un gruppo di economisti dell’università del Massachusetts, a quanto riferisce The Huffington Post.

Gli economisti sostengono infatti che se le più grandi banche e compagnie non finanziarie impiegassero una parte dei tremila e seicento milioni di dollari che detengono inutilizzati e la indirizzassero verso investimenti produttivi, contribuirebbero alla creazione di 19 milioni di posti di lavoro riducendo il tasso di disoccupazione al 5 per cento dall’attuale 8,6 per cento.

”Non c’è ragione per cui gli Stati Uniti siano afflitti da disoccupazione a lungo termine”, ha dichiarato Robert Pollin, principale autore del rapporto e condirettore del Political Economy Research Institute. Certo, ha aggiunto, ”indurre le banche e le corporazioni ad utilizzare i loro fondi per investimenti produttivi e la creazione di posti di lavoro richiede una politica fatta col bastone e la carota, ovvero con l’erogazione di nuovi stimoli governativi assieme a tasse sulle riserve eccedenti delle banche, che rafforzerebbero la domanda complessiva del mercato e liberando il mercato del credito per le piccole imprese”.

Mentre il Paese ha a che fare con una massiccia disoccupazione, rileva il rapporto, le maggiori aziende hanno accumulato fondi. Le banche hanno potuto contrarre prestiti praticamente gratis dalla Federal Reserve Bank, secondo i cui dati le banche si tengono stretti mille miliardi e 600 milioni, ovvero una cifra 80 volte maggiore di quanto avevano nel 2007.

Quanto alle compagnie non finanziarie mantengono liquidi i loro profitti, duemila miliardi, invece di investirli. Complessivamente, banche e compagnie non finanziarie, con i loro tremila e seicento milioni, detengono quasi un quarto del prodotto interno lordo.

Secondo Pollin e i suoi colleghi, almeno mille e 400 milioni di riserve possono essere considerate eccessive, mentre le piccole imprese hanno grandi difficoltà ad ottenere prestiti. Quei fondi, afferma il rapporto, se investiti nel settore privato darebbero luogo ”ad un enorme aumento dell’occupazione”.