Vajont, firmato l’accordo sulla nuova centrale. Nonostante le polemiche

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 19:52 OLTRE 6 MESI FA

BELLUNO – ”Ci piacerebbe molto non aver bisogno di costruire la centrale, ma vorrei incontrare Beppe Grillo per mostrargli come si realizzerà il progetto”. Così oggi a Belluno Franco Roccon, presidente della Bim Gsp, società pubblica che per conto dei Comuni interessati gestirà la nuova centrale idroelettrica che sfrutterà le acque del Vajont.

I tre Comuni – Longarone (Belluno), Castellavazzo (Belluno), Erto e Casso (Pordenone) – hanno ratificato l’accordo con delibere dei consigli comunali. Alle firme di oggi seguirà l’autorizzazione delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.

A criticare il progetto di sfruttamento della risorsa idrica – chiamata dallo scrittore Mauro Corona ‘acqua dei morti’ – non era stato soltanto Grillo, ma anche il Comitato Sopravvissuti di Longarone, dove il crollo nell’ottobre del 1963 del monte Toc nel bacino del Vajont causò duemila morti.

Il Comitato è contrario in quanto ”quel luogo è sacro e non deve essere sfruttato”. Ma, ha proseguito il presidente di Gsp, società pubblica che deterrà il 60 per cento della gestione per conto dei Comuni, ”gli introiti generati dalla centrale rappresentano l’unico modo per fornire quei servizi sociali che in montagna le nostre comunità oggi faticano ad avere”.

Secondo le previsioni, nei bilanci dei Comuni interessati arriveranno circa 300mila euro all’anno. Con un salto di 169,47 metri e una portata media derivabile di 1.667 litri al secondo, la centrale idroelettrica, secondo le previsioni, arriverà a produrre alla massima potenza 15 milioni di kw annui, pari al fabbisogno di 6000 famiglie.

Due le ipotesi di lavoro: una sul vecchio tracciato del canale di derivazione e l’altra sulla strada di servizio dell’Enel. Costo complessivo, una decina di milioni di investimenti. Per il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, ”quest’ iniziativa non vuole assolutamente intaccare la memoria di quei luoghi, dove è accaduta una delle più grandi tragedie d’Italia, la questione morale verrà mantenuta, ma il concreto beneficio economico è indispensabile per andare avanti”.

Il sindaco di Erto e Casso, Luciano Pezzin, ha invece sottolineato che rispetto ad un tempo ”oggi le condizioni sono diverse e si è partiti dal basso, da un accordo tra i Comuni”. ”Ho ereditato una situazione complessa, dove non eravamo graditi sul territorio e questo per noi rappresenta un passaggio fondamentale”, ha detto da parte sua Angelo Caneve, presidente di En & En che detiene il 40 per cento della società ed è disposto ”a cedere quote a privati”.

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