Scatola nera Concordia, Schettino disperato: “Madonna ch’aggio cumbinato”

Pubblicato il 6 Settembre 2012 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Madonna ch’aggio cumbinato”. Il 13 gennaio 2012 alle 21,45 il comandante Francesco Schettino sbotta così dopo l’impatto tra la Costa Concordia e lo scoglio dell’Isola del Giglio. Parole inequivocabili, che vengono registrate nella scatola nera e che ricostruiscono quanto accaduto la notte del naufragio, quando morirono 32 persone. Registrazioni che parlano di senso di colpa e che dimostrano che l’inchino all’isola era già programmato.

La Costa sapeva bene dell’inchino, spiega La Stampa, che pubblica le perizie della scatola nera:

“Alle ore 18.27 (poco dopo la partenza da Civitavecchia) Schettino annuncia «amm’a fa’ l’inchino al Giglio». Alle 18.36 e 32 secondi l’addetto alla cartografia Stefano Canessa dice al primo ufficiale Giovanni Iaccarino: «Giovà, per la pratica hai avvisato?» e lui riponde: «Ah, per il passaggio al Giglio…».

Nonostante le bugie successive, già alle 21.51, il comandante Schettino, al telefono con il direttore della sala macchina (allagata) Giuseppe Pillon afferma: «E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l’ho capito?».

La reazione di Schettino davanti all’incidente è stata di confusione:

“Pur essendo ritenuto uno dei migliori della Costa, il comandante perde il controllo della situazione. Alle 22.29 e 55 secondi, chiede al direttore della sala macchine Pillon: «Allora dobbiamo abbandonare la nave?». Incertezze anche a proposito della salvezza dell’equipaggio. Alle 23.31 e 10 secondi il capo della sala macchine (allagata) è disperato: «Noi andiamo al ponte», ma mentre Schettino temporeggia «Fatemi parlare con Ferrarini» è l’ufficiale di coperta Martino Pellegrini a prendere in mano l’emergenza e a dare l’ordine: «Andate via, andate via…»”.

E poi la confessione alla moglie, dopo la bugia sul black out detta ai passeggeri ed alla Capitaneria di Porto di Livorno:

Alle ore 23.08 e 2 secondi, mentre i passeggeri stanno evacuando la nave, Schettino telefona alla moglie, Fabiola: «Fabì, ho finito la mia carriera di comandante». Ma non smentisce la sua fama di «guascone»: «Abbiamo urtato su un basso fondale, la nave si è inclinata ma sto facendo una bella manovra… è tutto sotto controllo»”.