Famiglia Borgia, tra mecenati e amanti dell’arte c’erano intrighi e veleni

di Caterina Galloni
Pubblicato il 16 Giugno 2019 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Borgia, famiglia di mecenati e amanti arte ma anche intrighi e veleni

Famiglia Borgia, tra mecenati e amanti dell’arte c’erano intrighi e veleni

ROMA – Nella famiglia dei Borgia c’erano mecenati e amanti dell’arte ma da sempre gode di pessima fama e per più di una ragione: nella loro leggenda nera ci sono orge, intrighi, veleni, decine di omicidi e rapporti incestuosi. 

Paul Strathern nel nuovo libro “The Borgias: power and fortune” ripercorre l’ascesa e la caduta di una delle famiglie più influenti in Italia tra il XVI e XVI secolo, che ha ispirato la serie tv andata in onda con grande successo nel 2011, protagonista Jeremy Irons.

Uno dei personaggi rimasti nella storia è Lucrezia Borgia che a 13 anni era già sposata e nel 1497 ebbe una storia clandestina con Pedro Calderon, un messo papale. La coppia era indiscreta e, mentre Lucrezia fu spedita nel convento di San Sisto a Roma, lo sfortunato Pedro da tutti chiamato Perotto scomparve. Il suo corpo legato e pugnalato venne riportato a galla dalle acque del Tevere.

Il sospetto cadeva sul fratello di Lucrezia, Cesare, e come si vociferava ampiamente, il movente dell’omicidio non era il desiderio di difendere l’onore della sorella ma la gelosia incestuosa e sembra che non avesse esitato a trafiggere Perotto con la spada davanti allo stesso papa Alessandro VI. Il crimine ovviamente non fu mai risolto. 

Cinquecento anni dopo la loro scomparsa, i Borgia rimangono sinonimo di depravazione e corruzione e come sottolinea Paul Strathern nel libro, mentre l’arte e la cultura fiorivano nell’Italia del Rinascimento grazie a Leonardo da Vinci, Botticelli e Raffaello, i Borgia infliggevano al paese nuovi livelli di ferocia.

Rodrigo Borgia, il capostipite trasferitosi dal Regno d’Aragona a Roma, è sinonimo di nepotismo e libertinismo: era un cardinale con l’ardente ambizione di diventare papa. Alla morte di Innocenzo VIII nel 1492, Rodrigo non lasciò nulla al caso e corruppe i cardinali che lo elessero Papa: Alessandro VI.

Nel Rinascimento i cardinali avevano uno stile di vita lussuoso al pari di un re: cacciavano, giocavano d’azzardo, davano sontuosi banchetti e accumulavano grandi ricchezze. Ignoravano inoltre il voto di castità e quando Rodrigo diventò papa, a 60 anni, aveva già generato svariati figli con donne diverse.  

Ma non solo: senza preoccuparsi della sua condotto scandalosa, aveva trasferito la famiglia in Vaticano, tra cui l’amante Giulia Farnese e i suoi quattro figli prediletti, Cesare, Giovanni, Lucrezia e Goffredo. Lucrezia, luce degli occhi del padre, a 13 anni fu data in sposa al vedovo Giovanni Sforza. Era una bellezza sorprendente, con i capelli rossi e la pelle vellutata ma, a quattro anni dal matrimonio, il marito la abbandonò improvvisamente e fuggì da Roma, sembra temendo per la sua vita.

Cosa era successo tra i due sposi? Un indizio è che, quando il Papa cercò di annullare le nozze della figlia perché non consumate, Sforza protestò dicendo di aver fatto l’amore con la moglie un’infinità di volte e che il papa l’aveva voluta in Vaticano con il solo scopo di andarci a letto.

In molti credevano che Rodrigo stesse davvero avendo rapporti sessuali con la figlia e che inoltre Lucrezia e il fratello Cesare fossero amanti. Strathern sostiene che non è possibile avere delle certezze ma commenta che “per i Borgia il sesso era come uno sport” e in pubblico spesso si accarezzavano reciprocamente. 

Sicuramente avevano un debole per le orge e condividevano i rispettivi partner: sia Cesare che suo fratello Giovanni avevano una relazione con Sancia d’Aragona, la moglie del loro fratello Goffredo. Quando Giovanni fu pugnalato e il corpo buttato nel Tevere, Cesare fu ancora una volta uno dei principali sospettati.  

Cesare, secondo i suoi contemporanei, era “l’uomo più bello d’Italia”. Benché fosse generoso in vestiti, feste e donne, il padre a 15 anni lo nominò vescovo di Pamplona e poi cardinale a 18 anni: era parte del suo piano per trasformare il papato in una dinastia dei Borgia e unificare l’Italia con i Borgia come governanti.

Strathern scrive:”La principale forza trainante della famiglia era l’ambizione. Non prendevano in considerazione la moralità o la lealtà”. Cesare non poteva essere meno adatto alla vita ecclesiastica: crudele, vendicativo e assetato di sangue, la sua idea di pomeriggio divertente era quella di stare con Lucrezia su un balcone, sopra un cortile della prigione, e usare i detenuti come bersagli da colpire con la balestra. Era feroce con i nemici: quando un satirico lo prendeva in giro, Cesare mozzava la lingua dell’uomo e la inchiodava alla mano anch’essa mozzata.

Dopo cinque anni, si dimise da cardinale (il primo in assoluto a farlo) e rivolse la sua attenzione alla carriera militare. Cesare è stato un combattente formidabile e un astuto stratega: strinse un’alleanza con re Luigi XII di Francia e per governare ritagliò uno stato nell’Italia centrale, con grande gioia di suo padre.

Si manteneva in forma combattendo contro i tori e amava vestirsi di nero, a volte indossava una maschera dello stesso colore, ma non è chiaro se fosse per nascondere i segni della sifilide o intimidire chi lo circondava. 
Una delle sue imprese più famose fu l’assedio di Forlì, governata dalla bella e formidabile Caterina Sforza, unica dominatrice femminile in Italia e parente del primo marito di Lucrezia. 

Caterina rifiutò di arrendersi e, mentre gli alleati francesi di Cesare erano riluttanti a bombardare una città controllata da una donna, lui non provava questo genere di rimorsi. Dopo dieci giorni, Caterina fu catturata e imprigionata nella camera da letto di Cesare. Quando tornò a Roma, portò con sé la battagliera prigioniera, la fece vestire con un abito di velluto nero così che fosse abbinato al suo abbigliamento. 

Agli arresti domiciliari, Caterina cercò di scappare e fu sbattuta in prigione. Alla fine fu rilasciata, ma non rivelò mai cos’era successo tra lei e Cesare Borgia. Quando stava morendo, disse a un frate domenicano: “Se potessi scrivere qualcosa, stupirei il mondo”. 

Ma per quante donne abbia avuto, l’ossessione di Cesare era Lucrezia. Nel 1500, convinse il comandante della sua guardia armata a entrare nella camera da letto dove dormiva la sorella con il secondo marito, che lei adorava, e strangolare il cognato. 

Organizzare sfacciatamente l’assassinio del cognato non solo servì a liberarsi di un rivale ma al contempo a terrorizzare i suoi molti nemici. Dopo l’omicidio, l’ambasciatore veneziano scrisse: “Tutta Roma trema di fronte a questo duca”. Ma un segno della loro strana relazione è che sebbene Lucrezia avesse versato lacrime sincere per il marito, perdonò rapidamente il fratello. 

Lucrezia diventò duchessa di Ferrara, una rispettata protettrice delle arti e nonostante le voci sembra ci siano poche prove che abbia mai avvelenato qualcuno. L’impero di Cesare non sopravvisse alla morte di suo padre. Senza il sostegno del Papa, fu catturato dai nemici, fuggì, ma morì sul campo di battaglia nel 1507, pugnalato da tre cavalieri che non avevano idea di chi fosse. Il successore di Rodrigo, Papa Giulio II, ordinò, pena la scomunica, che nessuno “parlasse né pensasse di nuovo ai Borgia”. (Fonte: Daily Mail)