Stella Pulpo, chi è la ghostwriter del libro di Giulia De Lellis

di Gianluca Pace
Pubblicato il 1 Ottobre 2019 - 10:22| Aggiornato il 11 Dicembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
Stella Pulpo, Instagarm

Stella Pulpo (foto Instagram)

ROMA – Ormai lo sanno più o meno tutti: il libro di Giulia De Lellis (“Le corna stanno bene su tutto“, Mondadori Electa) è tra i più venduti in Italia in queste settimane. Vendite che hanno attirato l’attenzione di intellettuali, scrittori e opinionisti che in questi giorni hanno fatto a gara nella ricerca del commento più cattivo e sarcastico nei confronti del successo della influencer. 

Quello che però non tutti sanno è che la vera autrice del libro che porta la firma della De Lellis non è la De Lellis. La ghostwriter, come direbbero quelli bravi, si chiama Stella Pulpo, ha 33 anni ed è di Taranto.

Cosa sappiamo di lei? La maggior parte delle cose che sappiamo della Pulpo – che su Instagram si definisce “femminista radicale” – le sappiamo perché le ha scritte lei stessa nella bio del suo blog. Blog aperto nel 2011 e dal titolo semplice: “Memorie di una vagina”.

“Memorie di Una Vagina – racconta la Pulpo – è il blog che ho creato nel 2011, dopo la fine di una relazione cosiddetta importante. Negli ultimi sette anni, tra queste pagine virtuali, abbiamo parlato di amore, di sesso, di relazioni, di amicizia, di lavoro, di aspettative sociali, di body-shaming, di parità, di consapevolezza e di autodeterminazione. Io non sono ancora stanca di scrivere, riflettere e condividere. Spero che voi non siate ancora stanche di rispondere, leggere e confrontarvi”.

Ma com’è nata la strana collaborazione tra la De Lellis e la Pulpo, tra l’influencer e la femminista radicale? Ce lo ha spiegato la stessa Pulpo con un lungo post su Facebook:

“Quando mi hanno proposto di scrivere un libro con Giulia De Lellis ho pensato che il destino mi stesse mandando un messaggio, e che quel messaggio fosse chiaro: cambia lavoro, datti all’ippica, fai altro… Prima di dare un responso, ho incontrato Giulia di persona. Volevo capire se ci saremmo portate istintivamente sulle palle (cosa che mi capita spessissimo) o se saremmo riuscite a trovare la giusta dose di empatia, necessaria per sedersi e raccontare, scrivere e scavare. Giulia ha iniziato a parlare come un fiume in piena dalla prima volta che ci siamo viste e mi è parso che, in fondo, il mio know-how in fatto di relazioni, di amore, di tradimenti potesse esserle umanamente utile. Durante le lunghissime ore di conversazione, che a volte parevano sedute di terapia, ci sono state risate, riflessioni, sigarette e lacrime. Sorprendentemente, ho scoperto che Giulia è simpatica, autoironica, alla mano, schietta, coraggiosa e pure, francamente, tenera. Cercava qualcuno che l’aiutasse a raccontare una storia, e raccontare storie è il mio mestiere”.

E poi ancora: “Naturalmente, il tema era per me pertinente. Se mi avessero proposto di scrivere un libro sulla beauty-routine o sul contouring, evidentemente avrei declinato. Il libro, invece, parla del tradimento che – ne converrete – è un tema universale e alquanto nelle mie corde. L’amore e le sue complicazioni sono un fatto democratico, un linguaggio condiviso che ci mette tutti sullo stesso piano, a prescindere dal grado di erudizione che abbiamo”.

“Nel complesso – spiega ancora – quella che sembrava una proposta assurda, si è rivelata un’ottima esperienza sia in termini personali che professionali. Da un lato, relazionarmi con Giulia è stato umanamente formativo: mi ha portata fuori dalla mia comfort zone, mi ha insegnato a instaurare una comunicazione aperta con una donna totalmente diversa da me, a superare i pregiudizi, a dialogare anche con chi non ha praticamente mai letto un libro (neppure il mio, che le ho regalato, e quando mi ha detto ‘Lo leggo’, le ho risposto ‘Non ci credo, manco se m’ammazzi’). A capire, più in generale, che lo snobismo intellettuale non ti rende più intelligente, anzi”.

 

Fonte: Facebook, Instagram, Il Libraio, Il Corriere della Sera.

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