Famiglia Cristiana, agenda per il nuovo Papa: “Basta Ior”

Pubblicato il 6 Marzo 2013 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – ”Una istanza fortemente avvertita dall’opinione pubblica, anche ecclesiale, è la liberazione del Pontificato da ogni legame (e ancor più da ogni compromissione) con la finanza. Oggi esistono, in Italia e in numerosi Paesi, le banche etiche, nelle quali il credito è accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative. Perché non delegare a esse, o a consimili strumenti, ciò che ha a che fare con la finanza (fatta salva una snella Commissione di controllo?)”. E’ quanto propone su Famiglia Cristiana, Giorgio Campanini, storico e sociologo, una delle personalità a cui il settimanale dei Paolini ha chiesto un contributo per lanciare una proposta di agenda per il nuovo Papa. ”La più totale trasparenza – spiega Campanini – sarebbe in tal modo assicurata e i fedeli, che continuano a offrire generosamente il loro obolo, saprebbero che il denaro dato alla Chiesa, soddisfatti i bisogni legati al suo funzionamento, è destinato prioritariamente ai poveri del mondo”.

Attraverso una serie di contributi, Famiglia Cristiana indica quindi una possibile lista di priorità da cui ripartire per una Chiesa che, spiega Don Sciortino, direttore del settimanale cattolico nell’editoriale introduttivo, si trova alle prese con una ”crescente perdita di credibilità”. Non c’è solo quindi la proposta di voltare pagina sullo Ior. Don Sciortino sottolinea il ”coraggio profetico” della scelta di Benedetto XVI che ”dopo gli scandali e le ‘sporcizie’, ha riconciliato la Chiesa con i credenti e il mondo intero”. La rinuncia di Ratzinger, spiega, ”rilancia la Chiesa sulla via della purificazione, della richiesta di perdono e del rinnovamento”. Tra gli altri suggerimenti di autorevoli esponenti del mondo cattolico su una serie di punti prioritari da cui partire per riportare la Chiesa ad una dimensione ”più profetica e meno diplomatica”, ”vicina ai poveri e agli ultimi”, anche quello del priore di Bose, Enzo Bianchi. Una delle ”urgenze”, spiega, è ”la trasparenza”. ”Tutte le istituzioni – spiega – godono di scarsa credibilità da parte degli uomini di oggi e sovente finiscono per essere nella Chiesa, come diceva il cardinale Ratzinger, un ostacolo alla fede. Occorre allora un’operazione che ridia trasparenza, che riporti la sincerità come stile ecclesiastico. Sincerità delle persone e trasparenza delle istituzioni e dei meccanismi di quella autorità che nel Vangelo è negazione di ogni dominio, di ricerca del potere, di carrierismo. Una Chiesa trasparente può essere una Chiesa che lascia vedere Gesù”.