Google cede sui brevetti e fa pace con l’Antitrust Usa. Chiusa l’indagine

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 21:30 OLTRE 6 MESI FA
Google cede sui brevetti e fa pace con l’Antitrust Usa. Chiusa l’indagine (foto Lapresse)

NEW YORK – La Federal Trade Commission, l’antitrust americana, non procederà contro Google per abuso di posizione dominante. In cambio il colosso di Mountain View cede sui brevetti e si impegna a cambiare alcune pratiche di business. Ma se in America Big G è riuscita a trovare l’intesa, non si può dire lo stesso in Europa, dove rischia una maxi-multa pari fino al 10% del fatturato.

La Federal Trade Commission e Google hanno raggiunto un accordo nell’ambito dell’indagine avviata due anni fa sulla ricerca online. L’accordo prevede modifiche volontarie da parte di Google, che si impegna a cambiare alcune delle sue pratiche di business. Secondo l’autorità americana non ci sono prove che Google abbia favorito i propri servizi nella ricerca in modo scorretto.

Ora, in base all’intesa i concorrenti del colosso Internet avranno maggiore accesso a brevetti ritenuti essenziali per il funzionamento degli smartphone, tablet e altri dispositivi tecnologici di società rivali. Alcuni dei brevetti in questione erano passati alla Big G nell’ambito dell’acquisizione di Motorola Mobility Holdings avvenuta quest’anno per 12,4 miliardi di dollari.

Gli inserzionisti pubblicitari inoltre potranno contare su una maggiore flessibilità nell’usare motori di ricerca rivali. Google ha deciso di rimuovere le restrizioni nell’uso di AdWords, la piattaforma online per la promozione pubblicitaria, consentendo agli inserzionisti di estrapolare i dati per valutare le rispettive campagne.

Resta invece aperto il contenzioso in sede Ue, aperto a novembre 2010, a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali Microsoft, per abuso di posizione dominante. La Commissione europea sta attualmente verificando se Google, che ha detto più volte di voler collaborare, stia o meno favorendo i propri servizi penalizzando i concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. Se riterrà che le proposte di Google garantiscono la concorrenza, potrebbe chiudere il dossier. In caso contrario verrebbe inflitta una multa fino al 10% del fatturato globale annuo, pari a 47 miliardi di dollari.

Intanto la visita del presidente esecutivo, Eric Schimdt, in Corea del Nord irrita Washington, che la critica apertamente. “Non è utile” nella tempistica: Schimdt, il ‘politico’ di Mountain View con la responsabilità dei rapporti con il governo americano, ”non porterà alcun messaggio da parte nostra” afferma la portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, sottolineando che Schimdt ”è consapevole” dell’opposizione americana alla sua visita in Corea del Nord dopo il lancio, l’11 dicembre scorso, del razzo a lungo raggio. ”E’ un cittadino privato e può assumersi la responsabilità delle sue decisioni” aggiunge Nuland.