Vajont, gli abitanti sono pronti ad una nuova centrale idroelettrica

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA

A quasi cinquant’anni dal 9 ottobre del 1963, quando il crollo della diga del Vajont uccise quasi duemila persone, i paesi coinvolti nella tragedia dicono sì ad una nuova centrale idroelettrica.

I sindaci di Erto e Casso, Longarone e Castellavazzo, con il sostegno del loro cittadini, sono pronti a costituire la nuova società per la centrale. Gli abitanti incontrati da Beniamino Pagliaro per il suo reportage sulla Stampa raccontano di non avere paura, di voler tornare a vivere. Anche perché, dicono, la centralina, che sorgerà a valle, ai piedi della diga, da Erto non si vedrà. ma porterà alla zona 300mila euro all’anno grazie all’acqua trasformata in energia.

Del resto la rinascita del piccolo paese di Erto, 392 abitanti, è già iniziata: c’è chi compra casa, ci sono i “turisti dei disastri”, e due mesi fa è arrivata la connessione a Internet.

Le associazioni si dividono, con i “Sopravvissuti” contrari e i “Superstiti” favorevoli. Lo start-up, scrive la Stampa, sarà a carico dei privati, pronti a investire 10 milioni di euro per produrre 15 milioni di kilowatt ora all’anno. Anche se un portavoce di En&En, spa di Belluno interessata all’operazione, alla domanda del cronista è caduto dalle nuvole: “Avevamo presentato il progetto anni fa, pensavamo fosse tutto fermo”.

Contrario al progetto è lo scrittore Mauro Corona, che vive a Erto. “Siamo tutti d’accordo sul denaro, dice lo scrittore e scultore. Il giudizio, però, è etico. Sai cosa ci diranno da fuori? Dopo Paolini e Martinelli, il dolore e la memoria, ecco, diranno, quelli del Vajont vendono l’acqua dei morti. Quindi io sono per il no. Ora la chiamano centralina, ma tutte le cose madornali sono anticipate dai diminutivi. Fatti un bicchierino, dicono, e poi diventi alcolista. E comunque i soldi li possiamo trovare in modo più nobile, con il turismo. Oppure li tiro fuori io, ma non facciano quella mossa lì. Il mondo ci ha dato ragione perché abbiamo combattuto contro l’oblio di questa tragedia nascosta dallo Stato. E ora? Ci castriamo con le nostre mani e va tutto in malora”.

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