Costa Concordia disastro bis: su a settembre o la nave resta lì a decomporsi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Agosto 2013 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA
Il relitto della Costa Concordia

Il relitto della Costa Concordia (LaPresse)

ISOLA DEL GIGLIO – Un altro inverno in mare e il relitto della Costa Concordia potrebbe restare, per sempre, nel panorama di Giglio Porto. A dirlo, citando i tecnici del Consorzio Titan-Micoperi, è il sottosegretario all’ambiente Marco Flavio Cirillo, parlando in commissione Ambiente alla Camera. Una fonte più che affidabile quindi che ha spiegato come “lo scafo già compromesso” non reggerebbe ad un altro inverno in mare.

Dal famoso “inchino” che portò alla morte di 32 persone e al naufragio di una nave grande come un grattacielo a pochi metri dalla costa del Giglio, è passato ormai un anno e mezzo. Diciotto e più mesi in cui molto si è lavorato intorno alla carcassa del gigante spiaggiato ma diciotto e più mesi in cui il relitto è rimasto fermo nella posizione assunta nella notte del naufragio: adagiato sulla fiancata di dritta.

Spostare un simile “bestione”, rimetterlo dritto e trasportarlo sino ad un porto sufficientemente attrezzato per accoglierlo non è certamente cosa semplice e, come lo stesso Cirillo ha spiegato, è un’operazione senza precedenti o quasi, ragion per cui i tempi fissati in origine non possono che essere indicativi. Ma il tempo ormai stringe ed è ora di “raddrizzare” il mostro. Rimettere cioè “al dritto” la nave, ruotarla fino a riportarla nella sua posizione originaria. Operazione la cui scadenza era stata fissata per questo settembre. Ma scadenza che, stando alle parole del vice ministro, ora è diventata improrogabile: “se la nave fosse lasciata nella posizione attuale per la prossima stagione invernale – ha detto Cirillo -, le eventuali conseguenze dell’onda decennale sullo scafo già compromesso nella fiancata lato a dritta, attualmente sommersa, sarebbero tali da pregiudicare la possibilità stessa di ruotare lo scafo”.

Ora o mai più quindi. E la cattiva notizia è che, rispetto ai tempi stimati inizialmente, i lavori sono in ritardo. Motivo per cui la scadenza di settembre per ruotare lo scafo rischia di saltare. Secondo i tecnici – ha spiegato il sottosegretario – la nave deve essere ruotata “entro settembre” ed il “rigalleggiamento deve avvenire entro la primavera del 2014”. Questo il timing previsto dalla stessa Costa Concordia che aveva fissato la fase di ‘par-buckling’ (cioè la rotazione del relitto) per il “settembre 2013”, ma “i lavori” hanno subito “un ritardo”. Ritardo che, per i tecnici della Protezione Civile, è “ascrivibile sia alle avverse condizioni meteo che alla complessità delle operazioni”. Ma quale che sia la ragione del ritardo sempre di ritardo si tratta. E se la data di settembre salta, con lei rischia di saltare tutto il recupero.

Per ora, ha spiegato ancora Cirillo, non ci sono state variazioni nell’ecosistema dei fondali dell’isola imputabili alla presenza dello scafo. Ma se questo dovesse rimanere dov’è a tempo indeterminato altre e diverse potrebbero essere le conseguenze, e non è affatto detto che sarebbe una permanenza priva di conseguenze per i fondali del Giglio e gli animali che lo popolano.

Nel frattempo, il relitto della nave da crociera adagiata ad un passo dagli scogli, resta meta di turisti e curiosi tanto che, nell’isola toscana, il turismo non ha assolutamente risentito dell’ingombrante presenza, anzi.