De Magistris baciapile a San Gennaro. Dalla rivolta all’inchino

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Settembre 2011 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA
De Magistris San Gennaro

De Magistris bacia l'ampolla col sangue di San Gennaro

NAPOLI – Il candidato “nuovo”, l’outsider che supera a sinistra il candidato del Pd ritenuto dagli elettori un esemplare della vecchia politica, l’ex magistrato che promette di risanare Napoli con armi nuove e diverse da chi lo ha preceduto…Eccolo che, contratto, compunto e quasi genuflesso, bacia l’ampolla con il sangue di San Gennaro tenuta dalle sante mani del cardinale di rosso vestito. Doveva fare la rivoluzione ed è finito a farsi benedire. Anche Napoli, forse, come Parigi, val bene una messa.

Luigi De Magistris si dice estraneo alle polemiche e al dibattito nato dal suo gesto, e fa male, perché fare orecchie da mercante non è mai una buona soluzione. Come nella migliore tradizione democristiana, e poi ancora come  Bassolino , il neo sindaco partenopeo ha ritenuto di dover baciare la teca con il sangue liquefatto (miracolo!) del santo patrono di Napoli. De Magistris si definisce un “laico-cristiano”, definizione bizzarra e soprattutto furbetta. Puoi essere laico e cristiano ma, se baci l’ampolla, sei devoto. E anche se devoto non sei, sei e ti mostri osservante della regola e del rito di sottomissione del potere laico a quello religioso, questo vuol dire quel bacio, questo ha sempre voluto dire. Al di là di questo ovviamente qualsiasi cittadino è libero di abbracciare la fede che crede, nel suo privato. Gli amministratori pubblici, anche se è politicamente scorrettissimo dirlo nel nostro Paese, non dovrebbero manifestare però la loro fede, proprio perché chiamati ad essere i sindaci, i governatori o i ministri di tutti gli italiani. Tentare di spiegar questo in Italia è pura utopia e, concretamente, nessuno ci ha mai provato seriamente. Ma vedere De Magistris comportarsi secondo un copione recitato da tutti i sindaci di Napoli, tutti quelli che hanno partecipato alla devastazione della città partenopea denunciata dall’ex magistrato, esponenti di diverse aree politiche ma accomunati da quel far parte dell’establishment da cui il candidato dell’Idv ha sempre preso le distanze, stupisce.

Baciare la teca del santo, tenuta dalle ferme mani del rappresentante della Chiesa addobbato con alta uniforme, significa, tecnicamente, inchinarsi al potere ecclesiastico. Il sindaco che bacia la teca è il potere politico e civile, laico, che s’inchina al potere della Chiesa. Non c’entra niente la fede o il rispetto. Rispettare non vuol dire far circoncidere tutti gli uomini per rispetto dell’ebraismo, non vuol dire far portare il velo o non mangiare maiale per rispetto all’Islam e non vuol dire nemmeno fumare marijuana per rispetto ai rastafari. Il rispetto è altra cosa, così come poco c’entra la fede. Un fedele cattolico si confessa e prende la comunione, forse segue alcuni precetti morali nella vita quotidiana. Ma non esprime la sua fede baciando la teca attorniato da fotografi. La fede è, o almeno dovrebbe essere, cosa privata. Baciare la teca col sangue, quando si è oltretutto sindaco, non è fede, è spettacolo. Spettacolo che giova alla Chiesa che certifica fortemente agli occhi di tutti il suo potere ed è spettacolo per il sindaco che crede, così facendo, di farsi amico l’elettorato cattolico. Ma, almeno dal punto di vista del sindaco, è in realtà un errore e un boomerang.

Luigi De Magistris ha vinto le elezioni a Napoli proprio perché si presentava come il “diverso”, l’uomo che avrebbe rotto col passato e con i suoi schemi. Diventare parte di schemi, rinnovando una tradizione vecchia di secoli, lo capirebbe anche un bambino, non è sinonimo di novità. E l’elettorato cattolico, quello di fede e non di facciata, non ha certo bisogno di un gesto teatrale come il bacio dell’ampolla per valutare un sindaco. Così come l’elettorato cattolico di facciata non tiene poi in gran conto se il sindaco s’inchina o meno. Paradossalmente l’unico elettorato che può interessarsi alla vicenda è quello laico, che presumibilmente ha votato per De Magistris, e che da questo gesto si sente almeno un po’ tradito.