Ministri non deputati, effetto collaterale: posti in piedi alla Camera

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 17 Novembre 2011 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA

La Camera dei deputati (Lapresse)

ROMA – Overbooking in Parlamento. Alla Camera sono rimasti solo posti in piedi, 630 deputati e 623 posti a sedere. O meglio 623 “sedie” che sono postazioni dalle quali si può anche votare. Sette quindi i parlamentari senza sedia votante anzi, ad esser precisi 6, visto che Gianfranco Fini essendo presidente dell’assemblea la sedia ce l’ha di suo. Sei che sono stati eletti ma che non sanno dove sedersi, come in qualsiasi volo low cost.

Da sempre, alla Camera, i posti disponibili per i deputati sono 623, 7 in meno rispetto ai 630 eletti di ogni legislatura. Questo perché “normalmente”, una quota di deputati diviene ministro o membro del governo, lasciando quindi libero il posto a sedere visto che l’esecutivo ha alla Camera un banco ad hoc. Oggi però, con il governo Monti, dove non ci sono ministri deputati ma solo ministri tecnici, questa fattispecie non si realizzerà e, come già accaduto nel ’94 con il governo Dini, alla Camera sono rimasti solo posti in piedi.

Finora l’Aula, progettata dall’architetto Ernesto Basile durante la ristrutturazione di Montecitorio completata nel 1918, ha potuto ospitare senza problemi tutti e 630 i deputati, o meglio, 629 deputati, al netto del presidente. Ma non è stata una svista dell’interior designer, salvo la breve parentesi del governo Dini infatti, non c’è mai stato nella storia repubblicana un esecutivo senza neppure un parlamentare. E fino alla settimana scorsa, almeno cinque membri dei tanti governi che si sono succeduti vestivano anche i panni dei deputati, quindi sedevano ai banchi del governo. Al netto delle scappatelle in bagno quindi c’era sempre stato posto per tutti.

Ora però non si tratta solo di aggiungere una sedia o uno strapuntino. La questione è ben più seria, perché a tutti deve essere assicurata una postazione con il dispositivo per il voto elettronico, e non solo una seggiola per seguire comodamente i lavori dell’Aula. Urge quindi una soluzione rapida per ministri e sottosegretari uscenti, da ieri senza incarico e persino senza sedia. Scartata l’idea di chi arriva tardi resta a terra, un’idea potrebbe essere fare spazio sul banco della presidenza, dove normalmente siedono i segretari di turno.

Il tema, che sarà affrontato da una riunione del collegio dei questori, dovrà essere risolto prima che l’Aula sia chiamata a votare un provvedimento. Il tempo stringe dunque, ma almeno c’è tempo fin dopo il voto di fiducia che, fortunatamente, si terrà per chiamata nominale.