Beppe Grillo sogna la nostra fine, addio euro, Europa, Italia, 200 anni indietro

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 10 Marzo 2014 - 08:08 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo sogna la catastrofe, addio euro, Europa, Italia, 200 anni indietro

Beppe Grillo, le spalle al futuro

Se Matteo Renzi, premier e salvatore della patria, rincorre Beppe Grillo sulla rivoluzione rottamatrice; Grillo, a sua volta, rincorre Matteo Salvini sulla rottamazione dell’Europa e della stessa Italia. Ora, lasciamo stare Renzi che corre a perdifiato per realizzare qualcosa prima delle elezioni europee, e cerchiamo di capire qualcosa della corsa spalla a spalla fra il comico genovese e il capo leghista milanese, impegnati in una gara da Guinness dei primati.

Dunque. Salvini, dopo un quarto di secolo di bossismo secessionista, si accontenterebbe di uscire dall’euro e di tornare alla lira, per -dice lui- sostenere le esportazioni delle nostre aziende manifatturiere. Discorso semplice, sposato anche da alcuni economisti, che non mette in conto la “svalutazione” dell’Italia intera. Niente più fucili e forconi promessi dal senatore Umberto Bossi, ormai disarmato, ma un distacco dall’Europa, dai suoi vincoli e dalle sue regole. È abbastanza per arroventare la prossima campagna elettorale per il Parlamento di Strasburgo.

Come nel film noir di Giuseppe Tornatore, “La migliore offerta”, Grillo irrompe nell’asta di liquidazione, senza neanche consultare la famosa rete, offrendo di più e di meglio. Venghino, venghino, signori. “L’unità d’Italia non serve più”. Ottimo, torniamo, a duecento anni fa: i Savoia, il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, la Toscana divisa fra Siena e Firenze, lo Stato pontificio e il Regno delle Due Sicilie. E che ognuno si arrangi come può. Altro che Italia, altro che Europa. altro che euro. Questa sì che è una rivoluzione con i fiocchi.

In questi anni, ci siamo abituati alla politica di chi la spara più grossa. Salvini, fino a due giorni fa, non temeva concorrenti. Ma, tempo al tempo, Grillo lo ha superato da par suo con un sorpasso a destra.

È una bella lotta, non c’è che dire. Basta mondo globale, basta trattato di Schengen, basta libera circolazione di uomini e di capitali. Basta diritti inutili, come quello di andare a studiare o a lavorare, senza barriere, nei Paesi dell’Unione. Rimettiamo frontiere e passaporti, così siamo sicuri che nessuno si salverà, che affonderemo comodamente tutti insieme.

Anzi, ognuno potrà affondare per conto suo: savoiardi, milanesi, papalini, toscani e terroni tornati finalmente al Borbone. I nostri figli potranno guardare finalmente al Mare nostrum che potrà traghettarli verso qualche civiltà scomparsa del Nordafrica. Geniale. Adesso aspettiamo di sapere che cosa ne pensa la famosa rete.