Monti, Berlusconi, il card. Bagnasco e la crisi della Chiesa in Italia

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 28 Dicembre 2012 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
Angelo Bagnasco (LaPresse)

ROMA – Il Vaticano ed il papa tedesco Benedetto XVI sponsorizzano Mario Monti, salvatore d’Italia. Il compito di dare l’annuncio è affidato al cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Verrebbe da dire che anche Ratzinger s’è stufato di Berlusconi, che pure con la Chiesa è stato generoso, ed ha deciso di rottamarlo. Ratzinger condivide il punto di vista della Merkel, più che quello dei cattolici Lupi, Quagliarello, Fitto e berlusconidi nei secoli dei secoli.

Il girare a vuoto dei cattolici di Todi (il ministro Riccardi in testa) approda alla Agenda Monti e si offre come cervello e truppa al nuovo simbolo della tecno-politica cattolica e liberale. Che cosa c’entri Monti con la politica sociale della Chiesa e con i principi di solidarietà non si capisce, dopo un anno di torchio fiscale sui meno abbienti.

Si capisce che la Chiesa ha bisogno di prendere per la coda quei “principi non negoziabili” che ormai le sfuggono di mano. Si parla di difesa della vita dal concepimento alla morte, di matrimonio, di procreazione naturale, di educazione cristiana, di scuole privato-confessionali. Si sparla di aborto, eutanasia, contraccettivi, unioni civili, matrimoni omosessuali, adozioni a copie gay, fecondazione assistita.

La Chiesa si immagina (o si illude) che un nuovo centrismo neocristiano in politica possa arrivare dove neanche la religione arriva più. Sicchè guarda storto Bersani e i suoi “cattolici” troppo permissivi in fatto di libertà civili, e guarda con orrore Vendola e Crocetta, due vincenti in politica di sinistra, due cattolici praticanti, due omosessuali dichiarati. E, se la lingua batte dove il dente duole, l’obiettivo di Bagnasco è tagliare fuori proprio i cattolici non ortodossi e anche un po’ troppo “diversi”. Alla fine, la banda Monti incrocerà quelli di Bersani (possibili vincitori delle elezioni), potrà anche allearsi con loro, ma vade retro Satana-Vendola.

Se questo è il quadro, e questo pare essere, la Chiesa chiede alla politica “nobile” di fare supplenza alla sua debolezza. Il declino del senso di appartenenza alla religione è cosa ormai risaputa. L’ultimo dato statistico dice che, nel nord Italia, i matrimioni laici superano ormai quelli cattolici. E poi che nessuno chiede più il permesso al parroco per usare il preservativo, per rinunciare a un figlio non voluto, per convivere con un lui o con una lei, per dichiararsi omosessuale, per andare all’estero a garantirsi la diagnosi preimpianto in caso di fecondazione assistita. Tutto questo, politicamente parlando, non è né un bene né un male, è così che va il mondo.

La Chiesa, che parla in nome di principi superiori, fa bene a condurre le sue battaglie. E ad essa va riconosciuto il merito di un’azione sociale indispensabile, specie in tempi di crisi, e la mancanza di preti si sente specie in zone marginali e abbandonate. La crisi della Chiesa non è un bene, e forse è stata accelerata dalle scelte degli ultimi vent’anni, con la fiducia data a Berlusconi. Ma la colpa di questo non può essere addossata ai “cattolici” di Bersani che hanno fatto meno danni dei “cattolici” di Arcore. E forse neanche a Vendola e a Crocetta.