Prima delle primarie votavano anche i morti: era più divertente

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 23 Novembre 2013 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
Prima delle primarie votavano anche i morti: era più divertente

Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno

SALERNO – La democratica Salerno, guidata dall’uomo forte del Pd, il sindaco e sottosegretario Vincenzo De Luca, prima vota alla bulgara per Matteo Renzi segretario, poi si ritrova i carabinieri in casa.

Gli uomini dell’Arma dovranno dirci che cosa non è cristallino del 91 per cento andato al sindaco di Firenze, a parte il fatto che un 91 per cento è poco chiaro in sé. Se Renzi non è il Todor Zivkov di Salerno, allora c’è qualcosa che non va, ma non sarà un giallo.

Le considerazioni che la faccenda suggerisce si rivelano tutte banali, davanti all’indifferenza che l’ha accolta.

Non fa scandalo, se non su qualche giornale, che gli eredi della sinistra, quelli della berlingueriana questione morale, sono così poco diversi dal mondo in sfacelo della politica.

L’arrivo dei carabinieri alla sede del Nazzareno a Roma fa impallidire i leggendari congressi democristiani dove votavano anche i morti. Altri tempi, erano appena comparsi i primi elenchi telefonici, facili da consultare e da saccheggiare per un proselitismo discreto e pesante. Interi pacchi di tessere di anonimi cittadini ignari, e qualche volta persino morti.

Nessuno si indignava, se non per dovere di avversario. Ma, in fondo, la faccenda era interna al partito, non erano le primaria a designare segretari o candidati premier. L’elenco della Sip misurava la forza dei contendenti.

I maggiori censori di quel costume erano i socialisti e i comunisti, partiti oggi scomparsi insieme alla Dc. I tempi sono molto cambiati. La democrazia interna ai partiti è affare inesistente o scivoloso.

Dalle parti di Silvio Berlusconi, le tessere le stringe saldamente in pugno il capo.

Dalle parti di Beppe Grillo, le tessere le amministra l’ex comico in accordo col guru Gianroberto Casaleggio.

Dalle parti del Pd, si nota una lotta all’ultimo sangue Renzi sì-Renzi-no che scivola molto in basso dalle parti di Salerno.

Ah, adesso ci sono anche Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto e compagnia.

Mentre Pierferdinando Casini continua a far congressi degni di Fortebraccio che, quella volta dei repubblicani di Ugo La Malfa, scrisse sull’Unità: Comincia il congresso del Pri che si svolgerà in una cabina telefonica.

Decisamente la politica era più divertente.