Conte, spaventano gli omissis. Per fortuna che Sergio c’è

di Carlo Luna
Pubblicato il 5 Giugno 2018 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA
Conte, spaventano gli omissis. Per fortuna che Sergio c’è

Conte, spaventano gli omissis. Per fortuna che Sergio c’è

ROMA – Un discorso sulla fiducia record, più lungo del suo abbondante curriculum. Con questa prestazione ha esordito in Senato Giuseppe Conte, esecutore del “Contratto di Governo” firmato dai vincitori delle elezioni, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Per loro due è iniziata la pacchia, e non si può prevedere quanto durerà. In gergo politico si usa in questi casi l’espressione “luna di miele”.

Conte, frastornato come chi scopre di aver centrato il 6 al SuperEnalotto, ha dichiarato la propria fedeltà al Contratto ma potrebbe non aver fatto un atto di supina sottomissione. Avrà l’occasione di trovare un proprio spazio autonomo. Non sarà facile per lui – ammesso e non concesso che lo desideri – perché nelle valutazioni degli avversari politici e dei media, sarà sempre in seconda fila dietro ai suoi due ingombranti padrini.

Lo spazio potrebbe tentare di ottenerlo non tanto sugli argomenti selezionati per il suo primo discorso da Presidente del Consiglio ma su quelli che ha ignorato. Uno a mio giudizio è molto allarmante: la democrazia diretta e l’introduzione del vincolo di mandato per i parlamentari. E’ chiaramente ispirato da Casaleggio che lo ripete ossessivamente sul suo blog. Prevede una serie di misure per bypassare la democrazia parlamentare, “attraverso la presentazione d’iniziative legislative costituzionali”.

Non parliamo della riduzione del numero di deputati e senatori né del taglio dei vitalizi. Preoccupano e molto la proposta di “introdurre forme di vincolo di mandato”, che ridurrebbe i parlamentari a marionette del Governo, e quella di incentivare a tutti i livelli, da quello nazionale a quello municipale, i referendum senza quorum. Conte ha volutamente ignorato questi delicatissimi temi o, nel clima festaiolo della pacchia governativa, se n’è semplicemente dimenticato?

Ho il fondato timore che se la parte grillina del Governo presenterà proposte di riforma costituzionale di questa pericolosa portata, per il miracolato di Palazzo Chigi l’autonomia e la pacchia finiranno. Consoliamoci. L’iter previsto per modificare la Costituzione è lungo e complesso. I partiti di opposizione, a cominciare dal Pd, devono tuttavia stare attenti e vigili per contrastare questa deprecabile eventualità. Senza dimenticare che per fortuna al Quirinale c’è sempre Sergio Mattarella.