Coronavirus fa evaporare Sardine e Greta, come le maschere di Arcuri, mentre Bonafede e Di Matteo litigano

di Bruno Tucci
Pubblicato il 5 Maggio 2020 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
sardine in piazza foto ansa

Coronavirus fa evaporare Sardine e Greta, come le maschere di Arcuri, mentre Bonafede e Di Matteo litigano (foto Ansa)

Ricordate le Sardine? Dove sono finite le Sardine durante la clausura di milioni di italiani? Per quale motivo sono scomparse insieme con i seguaci di Greta? Non una parola in questo drammatico momento del Paese.

Non una sola sillaba per prendere posizione e dire la loro. Nulla, silenzio assoluto. Eppure ricordate quanta cagnara avevano fatto subito dopo l’estate?

Ricordate i titoli a caratteri cubitali dei quotidiani che cercavano di spiegare il fenomeno e di interpretare il loro pensiero?

Studiosi, intellettuali, politici che si affannavano a concedere interviste per strappare un titolo sulla prime pagine dei giornali.

Ci si aspettava quindi che nelle giornate così difficili per il Paese questi giovanotti e giovanotte così intraprendenti spendessero un concetto sulla crisi che attanagliava l’Italia.

Invece, stretti l’un l’altro, proprio come dice il nome del loro movimento, non hanno profferito parola.

Ci auguriamo ugualmente che anche in futuro tengano lo stesso comportamento, altrimenti dovremmo pensare maliziosamente che seguivano una idea politica e ideologica ben definita.

Le Sardine dunque tacciono, il Paese no. Siamo al secondo giorno della fase due, quella che il Governo si è affrettato a chiamare della ripartenza.

Ma che il vice ministro Pierpaolo Sileri definisce più propriamente fase di transizione. E’ una puntualizzazione non da poco anche perché quando i giornalisti gli hanno chiesto quale sarà il futuro di questo governo, lui ha risposto candidamente:

“Non fatemi una domanda del genere, perchè non saprei rispondervi. Però posso dirvi con sicurezza quel che io farò nel 2021: tornerò ad essere un chirurgo ed ad operare i pazienti che si affideranno alle mie cure”.

Si deve aggiungere altro? Pensiamo proprio di no.

D’altronde che idea di Paese possiamo avere quando in diretta televisiva un membro del Consiglio Superiore della Magistratura (Pino Di Matteo) e il ministro della Giustizia (Alfonso Bonafede) si lanciano reciproche violente accuse dinanzi a migliaia di telespettatori?

L’uno afferma di essere stato prima contattato per diventare responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e poi quando ha sciolto la riserva presentandosi al ministro per dire si, ha avuto per tutta risposta un ripensamento.

Niente più nomina al DAP. Perché? Qui la polemica si fa violenta ed entra in gioco la mafia.

Bonafede si sarebbe spaventato perché i mafiosi in carcere si sarebbero pronunciati per il no a Di Matteo, il numero uno della Giustizia italiana risponde che queste sono soltanto fandonie basate su una “vendetta”.

Insomma, si rimane increduli dinanzi a simili episodi. Comunque la vita continua e le polemiche non si placano.

I commercianti di Napoli, Roma e Venezia scendono in piazza perché sono in crisi e temono il fallimento.

Le mascherine e i guanti in latex non si trovano in farmacia nonostante le promesse del super commissarior

Insomma, non c’è nulla di nuovo se non la scomparsa di quel movimento che aveva voluto chiamarsi “Sardine” proprio perché nelle piazze in cui si davano appuntamento non c’era più nemmeno un piccolo posto dove poter esprimere una sacrosanta protesta.