Dpcm in arrivo, rimpasto forse. Trasporti affollati e scuola tallone d’Achille del covid

di Bruno Tucci
Pubblicato il 24 Ottobre 2020 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA
Dpcm in arrivo, rimpasto forse. Trasporti affollati tallone e scuola (nella foto il ministro Lucia Azzolina) d'Achille del covid

Dpcm in arrivo, rimpasto forse. Trasporti affollati tallone e scuola (nella foto il ministro Lucia Azzolina) d’Achille del covid

Sono giorni assai difficili per il Premier. Continua a ripetere che non vuole il lockdown perché sarebbe un disastro per la nostra economia.

Però Giuseppe Conte  ha tanti avversari da dover combattere. Otto regioni innanzitutto, sei delle quali hanno già messo in atto il coprifuoco. Poi, gli scienziati. In cento gli hanno inviato una lettera in cui, cifre alla mano, dimostrano la pericolosità della situazione. Il leader del Pd va ancora più in là. Nicola Zingaretti dice in modo molto chiaro: “Bisogna che questo Governo cambi passo. Non si può continuare a navigare a vista”.

Aria di crisi, dunque? Assolutamente no. Dal Colle arrivano le solite segnalazioni di unità ed è opinione comune che Sergio Mattarella non ha nessuna intenzione di indire nuove elezioni. Allora torna di moda la parola rimpasto che vorrebbe nell’esecutivo gli uomini che contano. Ad esempio, oltre a Dario Franceschini, lo stesso segretario dei Dem.

Al posto di chi? Ad essere nell’occhio del ciclone sono due ministri in gonnella. Lucia Azzolina, visto che a macchia di leopardo si è tornati alle lezioni a distanza. E Paola De Micheli, dato il semidisastro dei trasporti pubblici. Poiché per alcuni virologi il “vero pericolo dei contagi è proprio lì”. Nel super affollamento di autobus, tram e metropolitane.

Nonostante la pioggia di critiche, il premier tira dritto e pensa a un nuovo Dpcm. Non respinge la parola “no”, ma sostiene il “come”. Riconosce che l’ultimo suo decreto è diventato vecchio nello stesso momento in cui è stato varato. E studia soluzioni che rifiutano la chiusura totale.

Qualche esempio? Continuare a dare la facoltà ai presidenti di regione di prendere decisioni drastiche. Esser favorevole agli orari di pomeriggio per alcune fasce di studenti. Dare la possibilità ai bus turistici (quasi tutti disoccupati) di lenire le difficoltà di salire su un mezzo pubblico per raggiungere il posto di lavoro.

Da Palazzo Chigi non smentiscono tali ipotesi. Niente di ufficiale, s’intende circa il Dpcm. Stop mirati, dunque, che eviterebbero per adesso il lockdown. “Sono ancora palliativi”, tuonano i fautori del Dpcm per un coprifuoco allargato. Tanto per cominciare, si parla degli orari di chiusura nelle varie città. Inutile o quasi irrisoria quella che prevede il blackout dalle 23 o dalla mezzanotte alle cinque del mattino. A quell’ora oltre il novanta per cento delle persone dorme. E allora quali sono i vantaggi di questo provvedimento?

I più sono per anticipare l’ora del coprifuoco alle 21 se non alle 20. Cbi deve tornare a casa dopo il lavoro che cosa fa? Prende una multa salata al giorno? Per queste persone ritorna l’autocertificazione che già nella primavera scorsa dette tanti grattacapi a chi se ne doveva servire.

Le soluzioni sono tante e il premier non ha nascosto nei suoi interventi alla Camera e al Senato di emanare un altro provvedimento addirittura domani o, al massimo, nei primi giorni della prossima settimana. Il Presidente del Consiglio si è consultato con i governatori, con il commissario Domenico Arcuri. E probabilmente è al lavoro per trovare in un nuovo Dpcm una soluzione che “accontenti” tutti. Anche i più fervidi sostenitori del “chiudere subito senza se e senza ma”. D’altronde il bollettino del Covid19 non tranquillizza nessuno. I dati continuano a salire vertiginosamente (ieri i nuovi casi sono stati 19143 con 91 decessi) e le previsioni sono nerissime.

Le proteste diventano a volte violente come è accaduto nella serata di ieri a Napoli con lanci di pietre e candelotti lacrimogeni. I protagonisti di tanta cattiveria erano i manifestanti o gli infiltrati, cioè coloro che approfittano di una qualsiasi circostanza per creare il caos?

Ritorna il solito refrain: la soluzione è una e una soltanto: ritrovare l’unità nazionale perché le forze politiche, tutte insieme, riescano a portare il Paese fuori da questa doppia crisi: sanitaria ed economica.