Ladri in casa di Doria madre e di Giovanni Berneschi: il contrappasso di Genova

di Franco Manzitti
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Ladri in casa di Doria madre e di Giovanni Berneschi: il contrappasso di Genova

Il sindaco di Genova Marco Doria

GENOVA – Due strade riservate della buona borghesia genovese, palazzi quasi lussuosi, abitanti altolocati, il silenzio rarefatto dei quartieri residenziali, dove i passanti sono pochi, spesso anziani scortati da badanti, carrozzelle spinte sui marciapiedi sconnessi di una città in strisciante abbandono.

Succede che in questo scenario di inizio estate, i “soliti ignoti”, ma in un caso dei due forse qualcosa di più della classica banda del buco”, vadano all’assalto niente meno che delle residenze della madre del sindaco Marco Doria, la marchesa moglie del leggendario Giorgio Doria, una signora novantenne e della dimora di suo figlio Giuliano, fratello del sindaco-marchese, che governa Genova da due anni e due mesi. E che, in modo molto più sospetto, i malviventi cerchino di entrare nella casa del detenuto più eccellente di oggi nel cataclisma giudiziario genovese, l’ex presidente della Carige, Giovanni Alberto Berneschi, detenuto nel carcere di Pontedecino da tre settimane, accusato di reati sempre più gravi e al quale la magistratura, proprio in queste ore, ha sequestrato insieme a sei suoi coimputati, la modica cifra di 26 milioni di euro in beni personali, in conti bancari, titoli, immobili, eccetera eccetera.

Il primo colpo va a segno in casa Doria, lussuoso quartiere di Albaro, la Hollywood genovese, quartiere di Levante della città, lontano dal porto, dalle fabbriche, vicino al Lungomare di Corso Italia, la promenade genovese. E’ un’operazione sofisticata, non uno scasso violento, realizzata sfruttando la temporanea assenza della nobildonna novantenne, ma assolutamente autosufficiente e in gamba, che vive nello stesso stabile dell’altro figlio, Giuliano, fratello del sindaco.

La banda avvicina la signora sul marciapiede del palazzo di residenza, con un componente che si spaccia per ispettore dell’Amiu, l’azienda della nettezza urbana, tutta impegnata di questi tempi a spingere la popolazione nella raccolta differenziata. Genova sta soffocando sotto la montagna di rumenta della discarica di Scarpino, una immane catasta di rifiuti che non ha più permessi per ricevere i camion che da tutta la Liguria vi scaricano la monnezza non solo di Genova, ma di mezza Liguria.

Ne sa qualcosa dell’emergenza rumenta proprio il sindaco Doria, figlio dell’ignara signora, avvicinata vicino al suo portone. “Sono un ispettore dell’Amiu signora – dice il malfattore, abbordando la nobildonna senza probabilmente sapere chi sia – distribuisco i sacchetti per la differenziata, mi fa controllare la sua disposizione in casa? “

Ligia al suo senso civico, la signora Doria non tentenna e fa entrare in casa il falso ispettore, che non a caso è seguito da un complice, il quale si ferma sul pianerottolo – come racconta con dovizia di particolari la cronaca de Il Secolo XIX”.

Mentre il truffatore entra e esamina con grande solerzia la disposizione dei sacchetti della “differenziata”, il complice si intrufola e punta subito la camera da letto, dalla quale esce con sottobraccio un quadro di valore, senza farsi vedere dalla padrona di casa, impegnata a mostrare il reparto rumenta al suo complice. Solo un bel quadro, magari del Seicento.

Il colpo così sarebbe troppo facile e infatti c’è la fase due. La signora esce di casa con il falso netturbino e chi si trova davanti nel fatidico pianerottolo? Il complice, rapidamente travestito da vigile urbano con tanto di visiera, che ha sottobraccio il quadro appena rubato, che la signora ovviamente riconosce con grande sorpresa. “Stiamo scoprendo una serie di furti appena avvenuti nel palazzo “- dichiara il finto vigile alla signora Doria e al finto netturbino complice.

“Ci fa controllare meglio?”- chiede alla donna, che molto colpita non solo accondiscende all’ispezione, ma svela come nel palazzo ci sia anche l’appartamento del figlio. “Avranno svaligiato anche lui? “ – domanda la signora Doria, al duetto di lestofanti, cui non pare vero la così facile opportunità.

In un colpo solo, ora con le chiavi del secondo appartamento direttamente consegnate dalla padrona di casa, svaligiano anche il secondo appartamento, dopo avere ripulito il primo “per controllarlo”, mentre uno dei due continua a tenere a bada la signora, evidentemente choccata.

In poco tempo i malviventi hanno svuotato due appartamenti, senza sapere che avevano colpito la casa della madre del sindaco e quella di suo fratello.

Il tutto salterà fuori quando i derubati andranno in Questura a svelare come la banda di truffatori li ha abilmente colpiti e come sia stata complicata la giornata appena trascorsa.