Elezioni regionali in Francia, schiaffo a Macron e Le Pen dai vecchi partiti, monito per Giorgia Meloni e Conte

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 28 Giugno 2021 - 12:02 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni regionali in Francia, schiaffo a Macron e Le Pen dai vecchi partiti, monito per Giorgia Meloni e Conte

Elezioni regionali in Francia, schiaffo a Macron e Le Pen dai vecchi partiti, monito per Giorgia Meloni e Conte

Elezioni regionali in Francia, una interessante lezione per lItalia. Hanno vinto tutti i presidenti regionali uscenti, di destra o di sinistra. E sono rimasti con le pive nel sacco i partiti che vivono solo della luce riflessa dei loro leader. Cioè La République en marche di Emmanuel Macron e il Rassemblement National di Marine Le Pen.

In sostanza, il secondo turno delle regionali francesi lascia aperte tutte le ipotesi per le presidenziali dell’aprile prossimo. Decifrare l’umore politico del Paese da un’elezione con due terzi di astenuti è praticamente impossibile. Tanto più che i pochi cittadini andati ai seggi hanno scelto un conservatorismo assoluto.

Gli uscenti hanno vinto le elezioni regionali alla grande, gli oppositori non hanno cavato un ragno da un buco.

Destra democratica (i repubblicani) e socialisti hanno ancora strutture locali che consentono loro di suscitare consensi. I Verdi sono ancora fragili e immaturi. Macron e Le Pen non hanno personalità, né organizzazioni, capaci di competere.

   Una tornata elettorale inutile ? In qualche modo sì. Distratto da un ritorno alla vita normale e dal calcio, il Paese se n’è fregato altamente, a differenza di politici e giornalisti politici. Del resto, il primo insegnamento viene proprio da questa discrepanza.Tra quelle che un tempo si chiamavano società politica e società civile. La prima ha cercato di fare del voto regionale un test nazionale. La seconda ha risposto privilegiando il locale e premiando gli amministratori uscenti.

Non che si debbano sottovalutare le scelte degli elettori, che in fondo possono rilanciare i vecchi partiti. Ma sembra affrettato trarne conclusioni precipitose in vista delle presidenziali.

   Il secondo insegnamento delle elezioni regionali francesi  è ancor più importante: le intenzioni di voto registrate dai sondaggi sono lontane dalla realtà. Un solo esempio è sufficiente: in Provenza, l’estrema destra era data al 50 per cento contro il fronte moderato. Risultato: il candidato della Le Pen ha superato di poco il 42 per cento. E’ un fenomeno da tenere presente. Tutti i ragionamenti politici sono costruiti sui sondaggi, ma le inchieste d’opinione sembrano sempre meno affidabili in tutti i Paesi.

   Infine, Macron e Le Pen non possono dormire sonni tranquilli. La popolarità del capo dello Stato e i sondaggi, che continuano a indicare un testa a testa fra i due per l’Eliseo, non bastano neanche a due animali politici come loro. La Francia resta un paese dall’umore politico instabile, pronto a gettare nella polvere qualsiasi dirigente da un giorno all’altro. La corsa a indossare la casacca del terzo incomodo è aperta, ma è oggi impossibile dire chi potrebbe essere in grado di sparigliare le carte.