Governo, le 3 minacce per Conte: Renzi, le liti dei M5s, il Mes

di Bruno Tucci
Pubblicato il 16 Maggio 2020 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Sindaci fate voi, Mes addio: mano furbo morbida di Giuseppe Conte. Italia? S'affolla

Sindaci fate voi, Mes addio: mano furbo morbida di Conte. Italia? S’affolla (Foto d’archivio Ansa)

Governo, le 3 minacce per Conte: Renzi, le liti dei M5s, il Mes. Come salvare Chigi. Un metro per sopravvivere. Parafrasando quel che è successo tra ieri sera e stanotte potrebbe essere questo il nuovo slogan di Palazzo Chigi. Perché? Forse lo avrete già letto sui giornali o ascoltato alla tv: l’accordo fra Stato e Regioni è stato difficilissimo da trovare.

La quadra si è raggiunta riducendo il distanziamento (brutto neologismo) fra due persone. Insomma, potremo stare più vicini a chi parliamo. Appunto un metro. Così, pur tra mille distinguo, l’esecutivo è riuscito di nuovo a salvarsi e ad evitare una pericolosissima crisi.

“Governo in lockdown”, titola stamane il Corriere della Sera. Ed aggiunge “tra affanni e sospetti”. Tutto ciò la dice lunga su quel sta succedendo nel più importante dei Palazzi romani. Per ora, lo si può affermare, l’esecutivo ha scansato la valanga delle accuse che gli piovevano addosso dalle opposizioni e non solo.

Potrà ancora navigare, ma il mare non si è placato, anzi è vicino alla tempesta. Non c’è giorno che non spunti un nuovo argomento delicato che metta a repentaglio la vita del governo.

L’ultimo riguarda le dimissioni del capo di gabinetto del ministro Bonafede, entrato da parecchi giorni nel mirino della destra. Per il Guardasigilli sono state chieste le dimissioni e presto si pronuncerà il Parlamento con una notevole percentuale di respingere il pericolo.

Lo si può dire senza la paura di essere smentiti: è nella capacità di mediazione del premier se non c’ è stato finora un ribaltone. Conte ha il merito di essere paziente e di saper aspettare. Come un tempo faceva Aldo Moro che sfiniva i suoi avversari portandoli anche a notte alta. Di modo che, in fondo, era lui a vincere ed a portare a casa il risultato.

Ciò detto, Conte non deve pensare di trascorrere da oggi in poi giorni tranquilli. Le “bombe” sistemate sotto la sedia che occupa a Palazzo Chigi sono tante e non di poco conto.

La prima ha un nome e un cognome. Si chiama Matteo Renzi, il quale sostiene e non sostiene il governo con atteggiamenti difficili da prevenire. Un giorno si stringe con affetto ai colleghi della maggioranza; l’altro spara accuse violente e lancia preultimatum che non fanno prevedere nulla di buono.

La seconda mina potrebbe scoppiare se ad un certo punto le divisioni che sono presenti nei Grillini dovessero esplodere. Vorrebbe dire fine della maggioranza e il Capo dello Stato dovrebbe inchinarsi all’evidenza e sciogliere le Camere per indire nuove elezioni.

Succederà? I commentatori più autorevoli sostengono che i 5 Stelle non hanno nessuna intenzione di lasciare le poltrone che occupano al Governo, ma anche in Parlamento. Vogliono arrivare alla fine della legislatura ed affidarsi al voto. Nel segreto dell’urna tutto può accadere e pure i più traballanti dei deputati o senatori potrebbero essere confermati.

Però, è una ipotesi, soltanto una ipotesi. Se il conflitto in atto nel Movimento continuasse non ci sarebbe scampo per il Governo.

La terza bomba (ultima ma non per questo meno delicata) si chiama MES, cioè il salva-stati. Così com’è non piace al premier che più volte lo ha ripetuto chiaramente. Al contrario dell’Europa che la pensa in modo diverso.

È un braccio di ferro pericoloso che Conte non può e non deve sottovalutare se vuole continuare a guidare il Paese. Il premier ne è cosciente e ancora una volta si affida alle sue indubbie capacità di mediatore.