Il Mercato e Salvatore: 8 domande ai liberisti per spiegarli perché la sua azienda ha dislocato in Albania

di Giorgio Oldoini
Pubblicato il 19 Dicembre 2021 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA
Il Mercato e Salvatore: 8 domande ai liberisti per spiegarli perché la sua azienda ha dislocato in Albania

Il Mercato e Salvatore: 8 domande ai liberisti per spiegarli perché la sua azienda ha dislocato in Albania

Il Mercato e Salvatore. Salvatore è un giovane di Tricase in provincia di Lecce, è un operaio rifinito che lavorava in una fabbrica di scarpe di lusso, rivendute in San Babila con un ricarico di tre volte.

Segno certo di efficienza ed elevata professionalità dei lavoratori.

Qualche tempo fa, il proprietario dell’azienda (il sign. T.) aveva licenziato trenta persone e trasferito (di notte) i macchinari in Albania, dove la mano d’opera costa meno e i contributi sono figurativi.

A giudicare dall’arretrato fiscale e contributivo di qualche anno, non si può neppure dire che il sign.T. avesse serie intenzioni di pagare il suo debito verso l’Erario. Forse cominciava a percepire che qualche funzionario del fisco, alla fine avrebbe bussato alla sua porta. Così ha deciso di imboscarsi in un “paradiso imprenditoriale”.

Il “padrone” T. produrrà le scarpe con il medesimo marchio a costo ribassato e le rivenderà in Italia, al prezzo di prima.

Salvatore, l’altro giorno, mi ha confidato d’essere felice, perché ha trovato un posto da lavapiatti. In nero, si capisce, ma almeno riuscirà a sopravvivere e mandare qualcosa alla famiglia. Per lui è stato un colpo di fortuna. Con i licenziamenti di massa dell’attuale ciclo economico, ha evitato la scelta tra la disoccupazione e qualche impiego in aziende malavitose.

Gli imprenditori italiani devono assolvere alla funzione di avviare iniziative economiche durevoli nel “nostro” territorio, non nel resto del mondo. Le ristrutturazioni selvagge attuate per far recuperare la competitività aziendale, hanno l’effetto di far crollare il morale dei dipendenti.

Vi è infatti una evidente contraddizione tra i proclami come “le persone sono la nostra principale risorsa”. E la realtà dei fatti che dimostra come le persone siano in effetti la risorsa più facilmente liquidabile.

Che cosa dicono su questo mercato gli economisti neoliberisti?

Niente paura, era previsto che le aziende con scarso valore aggiunto si sarebbero trasferite all’estero. In Italia dovevano rimanere le attività d’eccellenza, quelle che richiedono una tecnologia avanzata e una mano d’opera qualificata. Se lo scenario è quello della “corretta” competizione su tutti i fronti, i nostri produttori devono essere aiutati a vincere la sfida globale.

Bisogna allora che i difensori del libero mercato mettano le aziende in condizioni di competere. In caso contrario, ci troveremmo dinnanzi a teorici scriteriati e pericolosi.

Questa “razza padrona” abituata a compensi stratosferici, deve rispondere in modo comprensibile a queste domande.

1 Quale sarà l’effetto dei programmi di sicurezza sociale contro le principali incertezze della vita.

2 I relativi costi possono essere sopportati o stanno diventando così grandi da far implodere il sistema produttivo?

3 Una società con l’attuale rapporto tra classe intermediaria (finanza, burocrazie) e quella produttiva (operai, tecnici, imprenditori), come fa a competere con il resto del mondo?

4 Perché le imprese italiane devono pagare il gas e la corrente un prezzo doppio rispetto alle imprese europee? Per il fatto che il sistema produttivo è gravato da una mole di spese “pubbliche” che obbligano gli operatori marginali all’economia sommersa?

5 E’ possibile continuare all’infinito a inventarci occupazioni nei settori amministrativi e ad obbligare i consumatori a rottamare auto, mobili, elettrodomestici, per creare una domanda interna drogata?

6 Possiamo permetterci un salario sociale destinato a masse di disoccupati in continua crescita anche perché le ultime generazioni di italiani preferiscono essere pagate senza lavorare?

7 Quali saranno i posti di lavoro creati in Italia per sopperire ai licenziamenti dovuti alla chiusura di stabilimenti ritenuti inquinanti dalla green economy?

8 Quale partito o movimento si sta occupando seriamente di questi problemi, visto che l’attuale classe politica è capace solo di proporre politiche di distribuzione dei redditi. Ma ignora i problemi della competizione nell’economia reale?

Nel frattempo, diteglielo voi a Salvatore, che non deve temere per il proprio futuro, perché la mano invisibile del mercato sta pensando a lui.