Il mistero di Michel Jackson, le risse in casa Berlusconi, le ansie del calcio mercato, sangue e repressione in Iran, legge sui gas inquinanti in Usa: un tranquillo sabato di giugno

Pubblicato il 27 Giugno 2009 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

Un sabato qualunque, un sabato di fine giugno: ne succedono di tutti i colori, di belle e di brutte, in tutto il mondo.

Dalla California, ma è come se fosse dietro casa, arrivano, inquietanti le notizie sulle cause della morte di Michael Jackson. Ora pare che non sia stato un infarto , ma l’abuso di medicinali, propinatigli da medici compiacenti e forse anche di pochi scrupoli. veramenteBasta pensare al livello del suo conto in farmacia per avere un’idea della quantità di medicine che entravano in quella casa e anche degli onorari pagati a quei medici…

Tra Milano e Roma rimbalzano le risse di casa Berlusconi, con l’intervento esterno di Angelo Rizzoli, vecchio sodale di Silvio. Intanto Berlusconi, dimostrando di avere una tempra da astronauta, vola sulle montagne russe della sua vita politica e privata  (ma un politico, ha detto qualcuno, non ha diritto a vita privata) e vola in giro per il mondo, media con i russi, parla con gli americani, dopo avere minacciato di morte un po’ tutti.

Intanto continuano le montagne russe del mercato dei giocatori, per quella quasi totalità del paese che sono gli appassionati di calcio, cioè per l’unica cosa veramente capace di rimettere in discussione tutte le lealtà politiche e religiose degli italiani per ricomporle nella fede sportiva.

In Iran però, anche il calcio supera il calcio, diventa fede politica. In Iran si muore per la politica, a raffiche vere di piombo caldo (come direbbe Tex Willer). Il destino del grande paese sembra segnato. Ora però si scatenano le parole, i veti, i giochi della politica interna e internazionale degli altri componenti la comunita mondiale.

Un raggio di speranza viene dalla Camera bassa americana, dove è stata votata una legge che limita le emissioni di gas inquinante: un successo per Barack Obama, una rivoluzione rispetto ai nyet di George Bush, una speranza in più per il resto del mondo.

Domani è domenica…e si vota in Argentina…