Thailandia. Sangue e tentativi democrazia, 19 colpi di stato in 80 anni

Licinio Germini
Pubblicato il 23 Maggio 2014 - 11:23 OLTRE 6 MESI FA
Il capo di stato maggiore Prayuth chan ocha

Il capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha

THAILANDIA, BANGKOK – Diciannove, con quello annunciato giovedi, colpi di stato (tra tentati e riusciti) in poco meno di 80 anni: quella della Thailandia, è una storia scandita da una lunga scia di sangue tra tentativi di democrazia, leggi marziali e ritorni al passato. Dopo la recente destituzione della premier Yingluck Shinawatra, nei giorni scorsi si è aperto un nuovo capitolo che ha visto susseguirsi prima la legge marziale poi l’annuncio del golpe: un vero e proprio colpo di stato annunciato in un discorso televisivo alla nazione del capo di stato maggiore Prayuth Chan-ocha.

Il Paese è una monarchia costituzionale dal 1932, anno in cui un colpo di Stato militare e civile segnò la fine della monarchia assoluta. Da allora, tuttavia, si sono susseguiti tentativi di golpe di vario genere, come quello del 1947, quando tornò al potere l’ufficiale ed ex primo ministro Phibun Songkhram, che instaurò una guida militare fino al 1973. Nell’ottobre di quell’anno le proteste di piazza, con 400mila manifestanti, portarono a un breve periodo di democrazia, ma già il 1976 vide il ritorno della dittatura militare che durò fino al marzo del 1980.

L’ufficiale militare moderato Prem Tinsulanond, divenuto primo ministro, decretò allora il ritorno di un regime semi-democratico che – nonostante vari tentativi di golpe – portò alle elezioni legislative nel luglio del 1988, quando venne eletto primo ministro Chatichai Chounhavan. Dal 1991 in poi la Thailandia ha visto un susseguirsi di regimi militari alternati a periodi di democrazia. L’11 ottobre 1997 entrò in vigore la nuova costituzione e nel gennaio 2001 venne eletto premier il magnate delle Tlc Thaksin Shinawatra, che fu deposto con un colpo di Stato militare nel 2006.

E’ dell’anno successivo la formazione di una coalizione di governo da parte dei partiti pro-Thaksin, ma nel 2008 tornarono in campo le ‘camicie gialle’ anti-Thaksin con scontri mortali tra polizia e manifestanti seguite – l’anno successivo – da manifestazioni delle ‘camicie rosse’ pro-Thaksin. Yingluck Shinawatra, sorella di Thaksin, venne eletta premier nel 2011 dopo sanguinosi scontri tra ‘camicie rosse’ e l’esercito, in cui morirono più di 90 persone.

Ma già nel 2012 ci furono le prime manifestazioni anti-Yingluck, l’assalto l’anno scorso alla sede del governo e le dimissioni dei deputati dell’opposizione. La storia di quest’anno vede l’annullamento delle legislative da parte della Corte Costituzionale e l’instaurazione di un governo provvisorio dopo l’uscita di scena di Yingluck, prima del nuovo colpo di stato.

La nuova giunta militare thailandese ha intanto vietato l’espatrio a 155 esponenti politici, tra cui l’ex primo ministro Yingluck Shinawatra, che hanno ricevuto l’ordine di comparire davanti ai militari venerdi a Bangkok. Lo ha annunciato un portavoce delle forze armate in tv.

Dalle fantasmagoriche vie di Bangkok alle cristalline acque di ko Samui e Phi Phi Island, passando per le bianche spiagge di Phuket, la Thailandia, da sempre, è tra le mete più amate dai turisti di tutto il mondo, con centinaia di migliaia di italiani che arrivano in uno dei tre paesi del ‘triangolo d’oro’. E che alla notizia del colpo di stato, rischia di registrare una brusca frenata del suo business del turismo, negli ultimi anni già penalizzato dalla scia di sangue, soprattutto al sud, innescato da atti terroristici.

Un ‘esercito’, quello dei turisti italiani, a cui si associano anche tanti connazionali – sono circa 10mila – che hanno deciso di trasferirsi nel Paese. Per business ma anche per godersi la pensione. A tutti loro arriva la raccomandazione della Farnesina: la parola d’ordine è la “cautela” ed il rispetto del coprifuoco, dalle 22 alle 5 del mattino, scattato dopo il golpe. Ma non solo. Si continuano a sconsigliare viaggi nel sud del Paese, da sempre meta agognata anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzi. “Da oggi  è in atto in Thailandia un colpo di stato militare”, sottolinea il sito del ministero degli Esteri ‘viaggiaresicuri’, dedicato agli italiani nel mondo, ricordando che “benchè non vi sia alcuna connotazione xenofoba” si raccomanda “ai residenti ed ai turisti la massima cautela”.  Invitando a “evitare spostamenti non necessari”.

Rimangono poi – si ricorda – “sconsigliati i viaggi nelle province di Si Sa Ket e vicino al confine con la Cambogia, dove una disputa tra i due Paesi non si è ancora del tutto risolta e permane una massiccia presenza militare e di polizia”. E, ancora, “sono sempre frequenti gli atti terroristici nelle Province meridionali del Paese” conclude raccomandando di “evitare viaggi in queste zone, se non motivati da effettiva necessità.