Tsipras il prestigiatore e il gentile pubblico

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Giugno 2015 - 15:24 OLTRE 6 MESI FA
Tsipras il prestigiatore e il gentile pubblico

Alexis Tsipras

ROMA – Come insegnano i professionisti, i seri professionisti dell’arte del far apparire, gli umani vedono soprattutto ciò che vogliono vedere. Quindi il bravo prestigiatore, oltre a intrattenere, affascinare, stupire, coinvolgere, fa apparire quel che non c’è ma che è esattamente quel che il gentile pubblico in sala vorrebbe ci fosse. Tsipras è un bravo prestigiatore, lo è stato finora. E un vasto gentil pubblico ha visto e vede ancora apparire quel che non è ma vorrebbe fosse.

1) Prima apparizione: la “trattativa fallita per una miseria”. La prima apparizione la trovi sparsa in ogni giornale, cronaca e commento e in ogni dibattito alla televisione. Appare anche ai più informati, è una apparizione forte. Ma come, mancavano all’accordo 0,3% punti di Pil, più o meno mezzo miliardo di euro e si rompe la trattativa per una miseria? In versione più grande l’apparizione data da molto lontano: ma come, tutta la Grecia è il 2 per cento del Pil europeo e da sei anni non si trova una soluzione per questa miseria? Ma come, 320 miliardi di debito pubblico quello greco e solo ieri le Borse europee hanno “bruciato” 270 miliardi? La “trattativa fallita per una miseria”, con il corollario del “braccino corto” dei nordici avari appare nei numeri classici, è un classico del repertorio di Tsipras. E al gentil pubblico piace da matti.

Ovviamente la “trattativa fallita per una miseria” nella realtà non c’è, proprio come nella realtà non c’è la corda che sta diritta da sola durante il numero di prestigio. Non c’è, però si vede. Si vede e fa effetto. E’ semplice, immediata l’apparizione. Molto molto meno affascinante e molto molto meno convincente, coinvolgente ed entusiasmante della realtà, del vero punto di rottura della trattativa. Trattativa che si è rotta non per due aliquote Iva o due anni di pensioni giovanili, si è rotta perché Tsipras e Grecia vogliono sia loro cancellato il debito (si può, si potrebbe fare) e sia garantito il diritto di continuare a far debito, per di più con la garanzia dei contribuenti europei. Le due cose insieme costituiscono una richiesta, una pretesa, una violenza, una protervia, un vittimismo opportunista irricevibili da qualsiasi comunità, prima ancora che da qualsiasi governo. Ma il prestigiatore è stato bravo, sul palco appare la “trattativa fallita per una miseria”. Al gentile pubblico piace così non si deve porre problemi, far fatica. Deve solo stupire e scuotere il capo: per due soldi…

2) Seconda apparizione: la “ferrea volontà greca di restare nell’euro”, quindi la Ue che” caccia la Grecia”. La “Ue che caccia la Grecia” è la donna nel cubo di legno tagliata dalla spada del prestigiatore che infila la lama nelle apposite fessure. Non c’è nessuna cacciata come nel numero di prestigio non c’è nessuna ferita da arma da taglio. C’è il gioco di prestigio originario: chiedere e ottenere il voto per restare nell’euro e chiedere e ottenere il voto giurando che dell’euro non si rispetterà alcuna regola. Stupire, lasciare il gentile pubblica a bocca aperta e ammirata, così si fa.

3)  Terza apparizione: niente meno che “la democrazia”. Cioè la volontà dell’elettorato greco contro la Ue, la Bce, il Fmi e via elencando. A parte e non tanto a parte che una scheda elettorale può anche decidere di non pagare più il debito di uno Stato ma non c’è nessuna scheda elettorale che abbia il potere di farlo gratis e di obbligare gli altri a continuare a finanziarti dopo che hai scelto di non pagare…A parte e non tanto a parte che raccontare che con una scheda elettorale si rovescia il mondo a proprio vantaggio è irresponsabile e politicamente criminale…A parte tutto questo far apparire la scheda elettorale deus ex machina della condizione umana è anche un filo, anzi un gomitolo, poco democratico. Il voto dei greci, niente meno, dovrebbe valere e pesare più del voto dei tedeschi, francesi, spagnoli, polacchi, italiani, portoghesi, irlandesi, baltici…tutti pesati insieme non valgono quello dei greci. E perché? Perché mai il voto dei greci è più “democratico” del voto degli altri? Se e quando gli elettorati di gran parte d’Europa faranno maggioranza con quello greco, allora…Oggi non è così e quale democrazia è quella che canta: obbedire al mio voto è democrazia, obbedire al tuo voto è errore ed orrore?

4) Quarta apparizione: l’Unione Europea che si disintegra se la Grecia si stacca. Di qui l’obbligo di fare qualsiasi cosa, proprio qualsiasi, per tener dentro la Grecia Vero, probabile. Ma se si tiene dentro la Grecia facendo proprio qualsisia cosa, ivi compreso stabilire il diritto, per i greci e per tutti, di stare tutti nell’euro sì ma liberi di fare ciascuno come gli pare, liberi di fare debiti con i soldi degli altri, liberi di avere il welfare, la burocrazia, le banche come  ciascuno piace e gli pare che resta alla fine di quell’Europa che altrimenti si disintegra? Resta una disintegrazione.

Tsipras è stato un bravo prestigiatore e i suoi numeri hanno affascinato il gentile pubblico. Gentile pubblico che non ama e non sopporta di sapere come fanno i conigli ad uscire dal cilindro, i debiti e i bilanci a sanarsi o ripagarsi o rifinanziarsi…Gentile pubblico che fa ohhh!!  quando la spada sembra infilzare la giovinetta…Gentile pubblico cui gli occhi si illuminano quando escono a ininterrotta filiera i fazzoletti di tutti i colori da quel che in principio era un nodo, solo un nodo. E, dovesse cadere Tsipras, dal palco, caduto un prestigiatore se ne farà un altro. Perché il gentile pubblico gradisce, esige il gioco di prestigio.

Prestigio, prodigio: gioco di prestigio e prodigio quello per cui un nazionalista, un nazionalismo corporativo, un nazionalismo delle corporazioni è stato visto, è apparso sul palco come quello che non è, niente meno che la possibilità di altra e migliore Europa. Dovesse finire questa rappresentazione, dovessero cessare le apparizioni greche, il gentil pubblico chiederà e applaudirà sequel e prequel per ogni dove sul continente.

5) Quinta apparizione, in quella sorta di Medjugorje della sinistra italiana dove Fassina, Civati, Landini, Vendola e altri veggenti vedono ogni pomeriggio apparire Tsipras che annuncia l’evangelizzazione della sinistra italiana oggi sfigurata dallo scismatico infedele. Ecco, veder quel che sarebbe il lascito e l’eredità più puro del socialismo e perfino del comunismo, vedere la rossa bandiera sventolata a coprire l’insolvenza come leva rivoluzionaria, sentir di fatto coniato un “insolventi di tutto il mondo unitevi”, beh è una pena, perfino un’umiliazione. Per chi guarda e sente e soprattutto per il socialismo e per quanto di umana, drammatica, sanguinosa, mostruosa e gloriosa storia vi è stata in quelle rosse bandiere.