Elezioni: agli alluvionati 250 milioni, tolti ai salari per fare scena

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Novembre 2012 - 14:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA- Il governo Monti? Ormai è una facciata, come quelle che riproducono l’esterno di un palazzo d’epoca mentre dietro tutt’altri lavori fervono. Una facciata dipinta e immobile, una parvenza e imitazione di normalità per chi guarda da lontano e in fretta. Insomma se guardano da fuori, dall’Europa per capirci, vedono che la facciata è ancora là e se ne stanno relativamente tranquilli. Anche se dietro la facciata il governo che tanto li rassicura in realtà non governa più nulla. Son tornati a governare partiti politici e Parlamento, il governo dei tecnici è finito prima di finire.

L’ultima prova del passaggio di consegne del governo reale la si è avuta nell’ultima notte di lavori parlamentari. Per decisione multipartisan, insomma di tutti i partiti, la Commissione Bilancio della Camera ha “battuto” il governo, gli ha preso di tasca 250 milioni e li ha destinati alle zone colpite dalle recentissime alluvioni. E da dove il Parlamento e i partiti hanno preso quei 250 milioni?Dalle tasche del governo appunto che aveva costituito un Fondo per detassare gli aumenti salariali legati alla produttività. Produrre di più e meglio, alzare i salari di chi ci riesce facendogli pagare meno tasse è apparso ai partiti e al Parlamento obiettivo troppo fumoso e comunque secondario rispetto al “segnalarsi” agli elettori delle località alluvionate.

Perché di segnalazione elettorale si tratta più che di solerte soccorso. Soldi per i colpiti dalle calamità naturali, certamente necessari, potevano e possono essere trovati in molti modi. I partiti e il Parlamento hanno scelto il più indolore per loro e il più spettacolare per la platea. Indolore perché non occorre ai partiti caricarsi della fatica in termini di consenso di togliere quei 250 milioni a qualcuno o a qualcosa, insomma a qualche interesse o lobby che già domani vota. Spettacolare perché appare come Parlamento generoso contro Governo pidocchioso.

Ma quel che più insegna è la cultura che c’è dietro la scelta di togliere agli incentivi al salario. La scelta, la riconferma di una cultura politica che privilegia, preferisce quel che conosce e comprende. E cioè distribuire denaro pubblico sul territorio. Sia per le cause migliori che per quelle peggiori, comunque una politica “bancomat” di fronte al quale il cittadino si mette in fila e viene rifornito. Di affrontare il problema di un paese che produce male e ad alti costi, di provare a spendere per riaccendere il motore spento della produzione di ricchezza, di aumentare i salari per via di produttività e non di integrazioni al reddito la politica italiana non sa, non ama e non pratica da un trentennio almeno.

Quindo governo taccagno battuto e partiti generosi che soccorrono gli alluvionati: questo lo spot trasmesso. Parlamento e partiti che hanno bocciato l’idea di abbassare l’intensità della pubblica illuminazione nelle strade. Era solo il triplo del resto d’Europa e la sua inutile intensità era stata suggerita da infiniti comitati di cittadini. Ma lo spot è stato: partiti e Parlamento attenti alla sicurezza accendono luci che governo taccagno voleva spendere. Tutta la legge di stabilità è costellata, anzi fatta di simili spot: l’orario di lavoro dei professori, i fondi per gli esodati, magari trovati a danno dei già pensionati ma questo non si dice ad alta voce…La legge di stabilità scritta dal governo è stata stracciata e cancellata, quella che si vota l’hanno fatta i partiti e il Parlamento ed è tutto il contrario di quella scritta dal governo.

Dunque che ci sta ancora a fare il governo nel momento in cui il Parlamento gliele boccia tutte e quando il suo anno di attività viene concordemente giudicato di schifo da Berlusconi alla Camusso, da Grillo a Maroni? Sta lì a far ancora la facciata ad uso dell’Europa. Finché dura…fa facciata.