Minculpop area gay ordina spot omosex

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Settembre 2013 - 17:24 OLTRE 6 MESI FA

banderas-gallinaROMA – Il Ministero della Cultura Popolare era durante la dittatura italiana passata alla storia come fascismo l’organizzazione che presiedeva al pensiero degli italiani e prescriveva come dovessero gli italiani pensare, almeno in pubblico. Era il Minculpop, tanto per stare al tema, quell’organizzazione che ordinava di cancellare dalla cronaca e quindi dalla realtà ufficiale e riferibile la cronaca nera, i delitti, i furti, insomma i guai. E per quel che riguarda i gay per il Minculpop semplicemente e drasticamente non esistevano, non dovevano esistere, non faceva parte l’omosessualità della realtà possibile nell’Italia maschia e guerriera. Di gay e omosessualità non si poteva e doveva neanche parlare, ordine tassativo e disposizione ferrea del Minculpop.

Settanta, ottanta anni dopo molto, tantissimo per fortuna è cambiato nel paese che fu per venti anni la culla di una dittatura che non a caso considerava i gay dei subumani, degli umani deviati e incompleti. Sono stati faticosamente stabiliti principi di civilizzazione e di dignità umana e questa non terminata fatica ha portato la gran parte degli italiani ad essere certi e convinti che ovviamente i gay sono esserti umani come gli altri e che omosessuali ed eterosessuali hanno diritto a pari diritti civili. Ciò che non è cambiato però è un fastidioso particolare: la tendenza al Minculpop.

Stavolta, ottanta anni dopo, il Minculpop funziona al contrario: prescrive e comanda che l’omosessualità e il gay debbano sempre comparire e di loro si debba sempre parlare in ogni contesto e situazione. Prescrive e comanda una sorta di “lottizzazione di genere”: tot aggli eterosessuali, tot agli omosessuali, tot a chi neanche in questi due “generi” sta comodo. Prescrive, comanda e, quel che peggio, comincia ad ottenere.

Cosa ottiene il Minculpop area gay? Soggezione culturale e sottomissione opportunistica. Tal Guido Barilla, imprenditore del settore alimentare, un brutto giorno per lui ha detto in radio una banalità, quasi un’ovvietà: per reclamizzare i prodotti del Mulino Bianco, biscotti, grano, pasta e plum cake…meglio la cornice di una famiglia uomo-donna-bambino o donna-uomo-bambino o bambino/a-genitori che la cornice di una coppia gay magari con prole adottata. Ha forse detto quel Guido Barilla di essere contrario alle famiglie gay? No, non lo ha detto. Ha forse detto che nei suoi negozi non vorrebbe clienti gay come un oste che non vorrebbe negri al bancone del saloon? No, non lo ha detto. Ha leso o messo in discussione libertà o diritti, anche quelli in fieri, dei gay? No, non lo ha fatto.

Ma il Minculpop area gay lo ha trattato, dipinto, additato e ridotto proprio come quel barman da saloon anti negri. Decine di politici, cantanti, giornalisti, primi attori e comparse della “compagnia di giro” di coloro che “fanno opinione” hanno “stigmatizzato” ovviamente “indignati , anzi “schifati”. Di cosa? Del fatto che uno per vendere biscotti usa il claim di mamma, papà e famiglia? Alcuni degli schifati e indignati si sono indignati e schifati per reazione pavloviana, più o meno senza sapere di cosa si trattava hanno reagito alla chiamata delle associazioni gay e della “rete”. Dato che “gay” equivale a “buono” e “progressista” e a “perseguitato”, se gay si offende l’altro deve essere un “cattivo”, “retrogrado” e “persecutore”. Alcuni si sono indignati e schifati in perfetta buona fede ma, come disse qualcunno un tempo, non sapevano e non sanno quel che facevano e fanno.

Alcuni…altri, molti altri hanno risposto al richiamo del Minculpop. Di cui non esiste solo la versione italiana e fascista e degli anni 20/40 del secolo scorso. Del Minculpop esistono versioni orientali oltre che europee e persino americane. Minculpop è stato negli Usa il maccartismo che prescriveva e ordinava cosa dovevi leggere, scrivere e mettere nei romanzi e/o nei film. Minculpop sono state le “guardie rosse” della “rivoluzione culturale” cinese. Minculpop è stato Pol Pot in Cambogia. In molte parti e in molti momenti del mondo, on il asngue o con la semplice minaccia, con la galera o con pressioni sulla carriera e sugli affari i Minculpop ordinano e prescrivono.

E infatti il Minculpop area gay ha ordinato e prescritto a Guido Barilla una “autocritica” pubblica come non se ne vedevano dai tempi prima del 1989. “Ho ancora molto da imparare…” cominciava così l’autocritica e il cappello a cono in testa Guido Barilla non l’aveva davvero m il tono contrito era quello dettato ai “revisionisti di destra” appunto dalle guardie rosse che imponevano le parole e il cappello a cono. Autocritica sì, ma mica basta: il Minculpop area gay ha fatto sapere che vuole, esige, comanda e prescrive di più: uno spot omosex che affianchi quello eterosessuale. L’Arcigay, Dario Fo questo hanno chiesto. E accodati o almeno impegnati a non disturbare, a non aver grane con il Minculpop area gay, i giornali e le televisioni.

Tutti dimentichi della differenza di civiltà che c’è tra qualunque Minculpop prescrittivo e di comando e un’antropologia (un modo di essere umani) liberale e illuminista. La differenza è semplice: tu omosessuale gay hai diritto a tutti i diritti, anche quelli, e non sono pochi, che oggi in Italia non ti sono riconosciuti. Hai diritto a sposarti se vuoi, hai diritto alla protezione dello Stato contro l’omofobia, hai diritto a non essere deriso e discriminato…Tutti i diritti, tranne quello di ledere, diminuire i diritti di chi omosessuale non è. Hai diritto a formare famiglia, non hai diritto ad impedirmi di farmi riconoscere a scuola come mamma e papà. Altrimenti anche il tuo, gay e omosessuale, è Minculpop. Omosessuale e gay è pari agli altri, uguale agli altri. Quindi può anche, come gli altri, produrre la mostruosità di un Minculpop. Minculpop italiano che ha illustrissima madrina: quella Laura Boldrini che da presidente della Camera in buonissima fede prescrive e quasi ordina “quale” modello” femminile in Rai e in Tv , “quale” la pubblicità politicamente ed eticamente corretta…