Morgan, lo scandalo dei “non ipocriti”

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Febbraio 2010 - 15:34| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Morgan ospite a Porta a Porta

Dunque Morgan è pronto a pentirsi in diretta da Bruno Vespa assistito da Don Mazzi e probabilmente tutto finirà in gloria: confessione, contrizione e riammissione del peccatore nel regno dei cieli canori di Sanremo. Anche se lui ora fa mostra di non volerci più andare a Sanremo, auguri a tutti, primo tra tutti Marco Castoldi, cantante di successo e “dichiaratore” prima incauto e poi tutto sommato pubblicamente fortunato delle sue abitudini e frequentazioni private con la cocaina. Non c’è scandalo che canti in Rai nonostante si sia fatto nella sua vita più volte una “striscia”. Non c’è scandalo che venga riammesso dopo essere stato espulso se così andrà davvero a finire. Niente scandalo e niente pulpito da cui strapparsi le vesti gridando: “Che tempi, signora mia…”.

Lo scandalo c’è, enorme, o almeno ci dovrebbe essere, sul “perché” viene riammesso. E’ uno scandalo che mostra l’infimo spessore dell’etica pubblica, quella pubblica non quella di Morgan. Da Claudia Mori, ex cantante e compagna di Celentano, ai radicali Michele De Lucia e Andrea De Angelis, passando per Mario Adinolfi del Pd, Adriana Poli Bortone ex di An e candidata Udc in Puglia. Risalendo per l’organizzazione giovanile del Pdci e salendo ancora su fino a Bersani e a

tutti o quasi quelli che si sono pronunciati sulla vicenda, lo scandalo è l’argomento usato a favore di Morgan ma in fondo di se stessi. L’argomento è: di cocaina si fanno in tanti, perché punirne uno?

Siamo debitori a Michele Brambilla del La Stampa dell’ovvia obiezione che però per nulla ovvia è in questo paese.

Evadono in tanti le tasse, perché punirne uno solo perché viene “beccato”? Rubano in tanti, perchè punirne uno solo perché colto in flagranza? In tanti picchiano la donna a casa, perché punirne uno solo perché lo racconta agli amici al bar? lo scandalo raddoppia nella risposta fornita a questa obiezione. Eccola la risposta: Morgan ha avuto coraggio, lo ha detto che usa la cocaina, quindi sarebbe niente meno che “ipocrita” punire chi fa outing e non si nasconde.

È disperatamente scandaloso, eticamente criminale questa idea diffusa per cui se rendi pubblica la tua trasgressione delle leggi e delle regole questo atto garantisce esenzione dalla conseguenze, anzi promozione ad “eroe della verità”. Ipocrita e quindi eticamente di serie B sarebbe chi trasgredisce in silenzio, meritevole e portatore di etica superiore sarebbe chi la sua trasgressione te la sbatte in faccia o la mette in palinsesto tv.

Lo scandalo sta nella strage, nella scomunica del concetto stesso di responsabilità. Nessuno è più tenuto ad essere responsabile di ciò che fa, alla condizione che lo dica in pubblico. Chi invece non propaganda le sue azioni fuori dalle regole è lui il cattivo, anzi l’ipocrita. Scandalo collaterale: Morgan ha spiegato che la cocaina gli serviva contro la “depressione”. Accreditando quindi l’idea falsa e nociva che la depressione sia una specie di bronchite contro la quale serve solo l’antibiotico giusto e specifico, magari la cocaina no, ma qualche farmaco sostanza ci sarà. Questo ridurre la depressione ad una morbilità aggredibile per via di assunzione di qualcosa è medicalmente una bugia. Ma più grande ancora è la bugia auto assolutoria che esenta dalla responsabilità e dalla fatica del vivere, chiamando ogni ostacolo, difficoltà o sconfitta: depressione!

Lo scandalo c’è, ma non è Morgan, non la cocaina che si fanno a milioni e tanto meno il teatrino assolutorio-televisivo da Vespa. Lo scandalo è il come accettiamo e pretendiamo di giudicarci noi tutti: sempre vittime, sempre innocenti, sempre in fondo detentori del diritto acquisito di fare come ci pare. Lo scandalo è la nostra collettiva e individuale richiesta di irresponsabilità garantita e protetta.