“Oroscopo” 2012: se non l’avete capito, arriva l’anno peggiore

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Dicembre 2011 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA

consumiROMA – Se non l’avete capito… arriva l’anno peggiore. Troppo “storico” e sofisticato l’annuncio di Christine Lagarde che è alla guida del Fmi e che parla di “possibile ritorno agli anni 30”? Anni 30 del secolo scorso che si riaffacciano sia nella versione di “depressione” economica sia in quella della “ombra bruna” della instabilità politica e sociale di nuovo alimentate da populismo e nazionalismo? Se il richiamo della Lagarde vi suona astratto, traduciamolo: per il 2012 in Italia aumento del costo dei generi di prima necessità tra il quattro e il cinque per cento, altre centomila persone almeno che perderanno il lavoro portando il numero ufficiale dei disoccupati a novecentomila e ricchezza complessiva prodotta in calo dell’1,6 per cento, il famoso Pil.

Troppo generico e diplomatico l’annuncio di Olivier Blanchard, capo economista del Fmi, “Per l’Europa il 2012 non sarà un anno gradevole”? E allora traduciamolo: per l’Italia pressione fiscale mai vista al 45% del Pil e debito pubblico che supera i 1.900 miliardi e si avvia verso i duemila. Troppo “tecnica” la previsione della Bce che taglia le stime di crescita del continente da più 0,4/2,2 per cento a meno 0,4/ più 1,2 per cento? E allora traduciamo con Confindustria: “L’Italia è già in recessione”, cioè produce, vende e consuma di meno. Con calo complessivo del reddito disponibile e quindi del risparmio privato.

Sarà il 2012 l’anno peggiore, quello in cui, se non l’abbiamo ancora capito, toccheremo con mano che non è “crisi”. Crisi è parola e concetto che lascia intendere un momento di difficoltà che prima o poi, più prima che poi, passa e tutto riprende più o meno come prima. Ma cosa è una “crisi” che in Italia nel 2013 ci vedrà, se va bene, circa sei punti percentuali sotto quanto a Pil rispetto al 2008, quando la “crisi” cominciava? Non è crisi, è torsione, compressione, cambio forzato e dolente dei fondamentali dell’economia e della qualità della vita. Troppo “lontani” questi concetti dal quotidiano del signor Rossi? Ecco la traduzione: si moltiplicano i casi di clienti che non pagano, di fornitori che non vengono pagati, di aziende che fanno fatica a pagare stipendi, di banche che non prestano soldi, di signor Rossi che riducono gli acquisti.

Sarà il 2012 l’anno peggiore di una storia brutta che a fine 2012 dura  in Italia sarà durata cinque anni. Brutta storia occultata e negata per i primi tre anni, con il governo che c’era, quello di Berlusconi, che non vedeva o faceva finta di non vedere. E con la pubblica opinione convinta o illusa che il conto da pagare qui da noi non sarebbe arrivato. Nel quarto anno, quello che stiamo vivendo, il conto è arrivato: le inutili “manovre” di Berlusconi e il decreto “Salva-Italia” di Monti. Il conto da pagare l’Italia, la maggior parte d’Italia, quella che vota sia a destra che a sinistra, lo vive come un “esproprio” più o meno intollerabile.

Invece altro non è il conto finora presentato che il pagamento della rata del mutuo per non essere sfrattati da casa o il pagamento di quanto lasciato insoluto alla bottega degli alimentari perché non ci venga negato di fare la spesa. Altro e più pesante conto arriva nel quinto anno, il 2012, il peggiore. E, se l’Italia economica non è perduta, se soffrendo, lavorando e sbuffando ce la può fare, non è detto che ce la faccia a reggere l’Italia politica e sociale. I partiti hanno realizzato una sorta di unità nazionale sì, ma all’opposizione di fatto del governo Monti anche se a questo governo hanno votato la fiducia. E la società, i sindacati, le corporazioni, le lobby si sentono scuoiate anche quando sono appena scalfite. Sarà l’anno peggiore il 2012, ma ormai l’avete capito.