Santoro e la Rai, Grillo e la Mafia: due Mourinho con scolapasta in testa

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Aprile 2012 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA
José Mourinho

José Mourinho

ROMA – Quando allenava e furoreggiava da noi, e anche ora che replica sui palcoscenici del Bernabeu e di Madrid, Josè Mourinho era ed è il più “tifato” dagli italiani. Piace la sua spavalderia, anche e forse soprattutto quando declina un arroganza. Manda in estasi il suo vittimismo, anche e soprattutto perché non è il lamento dello “sfigato” ma del potente. Intriga la sua astuzia recitativa.

Insomma e per farla breve in Italia sono molti di più quelli che si sentono Mourinho di quanti non siano quelli che si identificano in Pep Guardiola. La differenza tra “guardiolismo” e “mourinhismo” l’ha tracciata con tratto rude ma efficace Gianni Mura su La Repubblica: “Sto con Guardiola perché ha dimostrato che c’è spazio di gloria e vittoria anche per i non isterici, non arroganti, non arruffapopoli, non furbacchioni, non specialisti del chi se ne frega”. Insomma Mura rende merito e onore a Guardiola perché ha mostrato che si può vincere giocando bene mentre Mourinho è il Messia del vincere comunque e con ogni mezzo, anzi della teoria e pratica che, se giochi bene e a regola d’arte, allora non vinci.

Siamo, siete Guardiola o Mourinho? E mica solo nel calcio. Anzi è proprio fuori dal calcio che in Italia si vedono, anzi s’avanzano, autentici prodigi. Una delle forme del prodigioso che si manifesta in Italia è un Mourihno con in testa lo scolapasta. Lo scolapasta è quello che nelle vignette e nelle barzellette di una volta si mettevano in testa i fuori di testa. Uno scolapasta a mo’ di cimiero e feluca, insomma una scolapasta in testa per sentirsi e mostrarsi Napoleone. Metti dunque lo scolapasta in testa ad un Mourihno della cronaca, della politica, del giornalismo. Metti la dilatazione dell’ego in testa alla teoria e pratica che con il “fair play” non si vince. Metti e cosa ottieni?

Michele Santoro (Lapresse)

Ottieni ad esempio Michele Santoro che non solo si candida a dirigere la Rai, e fin qui…Ottieni Michele Santoro che, serioso e compunto, dichiara: “Così metto alle strette Monti e Napolitano, li costringo a confrontarsi con questa qualità…”. E quando pronuncia le sillabe che formano il “questa” il palmo delle mani di Santoro si piega e si rovescia ad indicare se stesso. Al popolo e alle telecamere.

Metti lo scolapasta sull’abilità spregiudicata e ottieni Beppe Grillo che in Sicilia, guarda caso in Sicilia, spiega che la mafia in fondo vuole solo il pizzo e non ammazza. Ammazza invece secondo Grillo Equitalia e che sfinisce il paese di tasse. Tasse che comunque, sempre a detta di Grillo, a pagarle si alimenta solo chi ruba. Santoro, Grillo e un’infinità di altri fiorenti mourihni dell’economia e della società alternative pronti a tutto risolvere cancellando per decreto la globalizzazione, l’euro, l’europa, il debito, la finanza e forse anche quella fastidiosa abitudine dei bancomat di fornire banconote ma solo fino ad un certo importo.

Per Santoro è soprattutto sindrome dello scolapasta, sotto una testa c’è e anche un “Mourihno”, insomma una competenza sul campo. Per gli altri invece non è “sindrome”, non è affezione sopravvenuta, sembra invece essere proprio costituzione, congenita e inestricabile miscela, per dirla con Mura, di “isteria, arroganza, arruffamento di popoli, furbacchioneria e chi se ne frega”.