Berlusconi Messia o Stregone… del centro destra zombie o risorto

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 25 Ottobre 2012 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi ha detto che lui non guiderà la squadra, anche perché la squadra al momento non c’è. Squadra dispersa e confusa, eppure è stata quasi sempre la squadra più forte, quella che ha vinto tutti o quasi i campionati dal 1948 al 2008. Nella metafora calcistica ci accodiamo a Berlusconi, nei suoi testi è passato dallo “scendo in campo” del 1994 ai “giovani che devono fare gol” di ottobre 2012. La sostanza è che il centro destra, cioè la “squadra”, è quasi sempre stata maggioranza elettorale in Italia. Bastava metterla insieme e si vinceva, poi si governava. Elettorato di centro destra che probabilmente è maggioranza anche oggi, solo che insieme non si mette. Quella squadra Berlusconi la evoca quando annuncia che non la guiderà, è il Messia di qualcosa che può tornare o lo Stregone che anima uno zombie, un morto che cammina?

Facile pensare che la risposta giusta alla domanda sia la seconda: stregone chiama zombie. Facile, però troppo facile. Vero è che gli elettorati di Pdl e Lega non li rincolli insieme con facilità. Però non è impossibile, anzi alla fine…Vero è che un bel pezzo di berlusconiani delusi ha saltato il fosso ed è con Grillo. Si vede con tutta evidenza nei flussi elettorali dei sondaggi, fosso saltato e molto difficile il salto all’indietro. Molto più difficile del ritrovarsi insieme dell’elettore leghista e pdiellino (termine orribile, ha ragione Berlusconi a voler cambiare almeno al sigla del partito). Vero è che Casini ha già detto a Berlusconi: noi non siamo Lassie che torna a casa, figuriamoci in una casa diroccata dove dentro ci piove. Vero è che Montezemolo e i “montezemoli” girano al largo. Però attenzione: gli elettorati, questi elettorati almeno in parte non sono incompatibili.

Il vero problema, quello che induce a pensare che la risposta giusta sia quella del Berlusconi stregone di zombie è che incompatibili sono l’elettorato alla Santanchè e quello alla Monti. Nell’elettorato che fu del Pdl c’era, maggioritaria e a tratti dominante, la destra alla Le Pen.   Anti Europa, anti immigrazione, anti globalizzazione. Nazionalista e localista. Anti euro e anti rigore finanziario. Poi, sempre dentro lo stesso elettorato, c’era l’altra gran massa degli anti tasse e basta, senza se e senza ma. Non la stessa cosa della destra, ma non incompatibili tra loro. E poi c’erano gli innamorati e affascinati da Silvio, quelli del “meno male che Silvio c’è” e un po’ di liberali e qualche Fiorito e anche molti, non troppi, che non sono anti Europa, euro e immigrati e neanche contro le tasse a prescindere e perfino per qualche riforma se non fa troppo male. E che coltivano una paura insieme atavica e contemporanea: ieri essere governati da Togliatti, oggi da Vendola. Tutti li chiamano moderati e tutti fanno finta siano la maggioranza, invece sono la minoranza, degli italiani e anche dell’elettorato di centro destra. Ma lì stanno in gran parte e da lì è difficile traslochino.

A mettere insieme tutto questo, la destra, il populismo, la reazione, la riforma, i moderati, le corporazioni e i liberali in Italia ci sono riusciti in due: la Dc e Berlusconi. La Dc per una cinquantina di anni, Berlusconi per quasi una ventina. La Dc riuscendo con quell’amalgama a governare pure e pure ad accompagnare l’Italia, sia pur tenendola a catena, verso una crescita economica e sociale poi interrotta. Berlusconi non riuscendo a governare e accompagnando a briglia sciolta l’Italia verso il declino sociale ed economico. Come che sia, 50 più 20 fanno 70, poco meno del totale degli anni dal dopoguerra ad oggi. Sempre, tranne due tornate elettorali in 70 anni, il centro destra è stato maggioranza elettorale in Italia.

Probabilmente lo è ancora oggi: Bersani più Vendola fa 35% e anche se ci metti Di Pietro a 40% non arrivi perché parte la reazione di rigetto. L’altro 60% non sta con loro. Ma non sta insieme, è disperso e confuso. Un 10% abbondante sta con Casini e poco o nulla vuole a vere a che fare con il Pdl. Un dieci per cento ha fatto il salto da Grillo. Cinque per cento è arroccato con Maroni. Cinque per cento è destra estrema ed esplicita alla Storace. Quindi per cento resta attaccato al Pdl. Il restante 20% è acquattato nell’astensione e si vedrà se ne uscirà. Se questa resta, glacificata alla condizione attuale, la geografia dell’elettorato di centro destra, allora davvero Berlusconi è stregone che chiama zombie.

Ma non sta scritto da nessuna parte che il “ghiaccio” non si sciolga e la banchisa non si muova. Dipende un po’ perfino da come si muove la coppia Bersani/Vendola. Con passo pesante da elefante tipo patrimoniale a pranzo e a cena? Se il passo è quello, il ghiaccio si incrina. Dipende molto dagli “istinti” profondi della opinione di destra italiana, della gente di destra che a parlar loro di responsabilità alla Monti vien loro l’orticaria. Dipende, è difficile che alla destra, al centro destra, venga voglia di vincere le elezioni 2013. Ha più voglia di vendetta e rancore che di governo. Ma può ancora succedere, quasi sempre è successo e allora Berlusconi sarebbe il Messia di una resurrezione.

Non fosse altro che per eccesso di prudenza alla rinnovata macchina dei “progressisti” converrebbe prenderla in esame questa possibilità, in fondo è già successo nel ’93/94 che un centro destra disperso si sia improvvisamente raccolto e abbia mandato la sinistra all’opposizione e in castigo. Non fosse altro che per eccesso di prudenza sarebbe il caso prendessero in esame questa piccola ma non remota eventualità il gruppo dirigente del Pd ma anche il suo elettorato, quello che al 60 e passa per cento vuole l’alleanza con Vendola e con Di Pietro e la demolizione-rottamazione non dell’agenda Monti ma delle leggi di Monti, a partire dalle pensioni. Sarebbe il caso ma nessuno a  sinistra ci farà caso: tutte le fiches puntate sulla coppia stregone-zombie. Dovesse uscire sulla ruota messia-resurrezione, la sinistra non governerà per un’altra generazione, almeno.