Emanuela Orlandi: Alì Agca e Fassoni Accetti, documenti fuffa

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Maggio 2013 - 06:00| Aggiornato il 20 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Caro amico Pietro. Hai visto… con le confessioni di Marco Fassoni Accetti sta emergendo una parte della verita che io ti avevo rivelato. Tuttavia questo Marco Fassoni Accetti e’ soltanto una piccola manovalanza che non può essere determinante per scoprire tutto ed liberare Emanuela Orlandi e Mirella Gregori che sono vive tuttora. Allora che fare?”.

A voler fare dello spirito, che Alì Mehmet Agca parli come sempre a ruota libera, accodandosi a notizie di cronaca altrui e tirando a indovinare, lo si capisce già da queste prime righe delle sue nuove “rivelazioni”. Le ha spedite per lui via mail da Istanbul il suo avvocato Mustafà a Pietro Orlandi. Che molto stranamente anziché meditarle e metterne nei cassetti in attesa di sviluppi, o cestinare senza tanti complimenti, le ha diffuse: accreditando così di fatto ancora una volta le affabulazioni – le ultime solo per ora – di chi il 13 maggio 1981 tentò di uccidere papa Wojtyla sparandogli in piazza S. Pietro. Condannato all’ergastolo e graziato nel 2000, “anno santo” del Grande Giubileo, il killer mancato venne estradato in Turchia, dove è rimasto altri dieci anni in carcere per una precedente condanna per l’uccisione di un giornalista.

Agca pone la domanda “Che fare?”, ma anziché rispondere continua a suonare il solito flauto che ormai incanta solo i più sprovveduti e i meno informati: vale a dire, chi non sa che le versioni man mano fornite in questi 32 anni sia per i “retroscena” dell’attentato al papa sia per quelli della scomparsa delle due ragazze sono ormai a quota 110. Ecco infatti cosa scrive: “Veda Pietro… tu devi stimolare i migliori giornalisti italiani come Fabrizio PeronaciGianluigi NuzziFederica Sciarelli e similari presentando a loro tu personalmente i documenti seguenti… “.

Documenti che sono solo vecchie notizie dell’epoca, già rivelatesi fuffa e screditate, ma comunque reperibili in vecchi giornali, archivi, libri e siti online. Ecco i documenti “bomba” dalle polveri più che bagnate:

“İl documento 1… il 19 agosto 1984 una organizzazione fantomatica manda una lettera dalla città di Ancona all’agenzia Ansa di Milano ed il 23 agosto 1984 agenzia Ansa divulga questa lettera pubblicata nelle pagine interne in pochi giornali. Questa lettera dei rapitori richiede che per ottenere la liberazione di Emanuela, allora Alì Agca deve essere prima trasferito al carcere Vaticano ed successivamente tra il Vaticano ed il governo del Panama e del governo del Costa Rica deve essere firmato un accordo per trasferire Alì Agca nel Costarica o nel Panama in arresti domiciliari”.

– “İl documento 2… Senza sapere nulla della lettera dei rapitori ecco il 23 agosto 1984 il presidente del Costa Rica signor Luis Alberto Monge accompagnato dai suoi ministro degli esteri il ministro degli interni ed il ministro della giustizia compaiono davanti la stampa internazionale per dichiarare che “İL GOVERNO DEL COSTA RİCA E’ DİSPOSTO OSPİTARE ALİ AGCA NEL SUO TERRİTORİO A CONDİZİONE CHE İL PAPA DEVE CHİEDERLO PERSONALMENTE”.

Le parole “Senza sapere nulla della lettere dei rapitori” è ovviamente solo una graziosa e infondata fola alla quale altrettanto ovviamente non può credere neppure lo stesso Agca. E’ arcinoto che il presidente del Costarica quella dichiarazione l’ha fatta solo ed esclusivamente perché è stato interpellato a causa di quella lettera “dei rapitori” e certo non perché s’era sognato Agca di notte.

– “İl documento 3… Nel mese del novembre 1984 ambasciata del Costa Rica ha fatto una dichiarazione ufficiale per confermare che “İl governo del Costa Rica era disposto ad ospitare ALİ AGCA nel suo territorio.”