Professoressa colpita a un occhio e studenti promossi: ci dovremo fare l’abitudine?

I pallini colpirono la professoressa in viso, uno il più pericoloso vicino a un occhio, tanto che si temeva che la docente potesse perderlo. Incredulità di Maria Cristina Finatti, rise sguaiate da parte degli alunni (si possono chiamare così?)

di Bruno Tucci
Pubblicato il 23 Giugno 2023 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
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Maria Cristina Finatti subito dopo essere stata colpita ad un occhio

La professoressa colpita ad un occhio. Si parla da molto di riforma della giustizia. Necessaria? Indispensabile? Lo lasciamo decidere a quanti avranno la bontà di leggerci e di commentare quanto accaduto in una scuola di Rovigo l’11 ottobre scorso.

Avviene che la professoressa di scienza e biologia, Maria Cristina Finatti, 61 anni, molti dei quali dedicati all’insegnamento, viene colpita ad uno zigomo da alcuni pallini sparati da un alunno, mentre i suoi compagni si divertivano a filmare l’accaduto con i loro cellulari. “Era solo una sfida tra di noi”, ha cercato di scusarsi uno di quei ragazzi che ha partecipato al “ferimento”. “Il nostro compagno si vantava di poter fare una bravata del genere. Noi non gli credevamo e lui ha risposto: ìVedrete che ci riuscirò”‘.

La professoressa colpita ad un occhio 

I pallini colpirono la professoressa in viso, uno il più pericoloso vicino a un occhio, tanto che si temeva che la docente potesse perderlo. Incredulità di Maria Cristina Finatti, rise sguaiate da parte degli alunni (si possono chiamare così?). Come è naturale, tutto venne raccontato al preside dell’istituto, il quale aprì subito una indagine che, però, ha continuato per mesi a protrarsi “per il buon nome della scuola”.

Di avviso diverso la professoressa che aveva chiesto la sospensione dei responsabili (quattro più uno) e la possibilità di fargli perdere l’anno. Ma la scuola continuava a latitare mentre laFinatti continuava a nutrire dubbi su quel che sarebbe accaduto.

Tutti e cinque promossi a pieni voti

Forse qualcuno non ci crederà, ma i cinque sono stati promossi a pieni voti, mentre i due protagonisti (taciamo il nome per carità di patria) hanno preso nove in condotta e superato l’anno con la media dell’otto. E la professoressa? E’ stata lasciata in disparte ed ha dovuto anche chiedere l’aiuto ad uno psicologo per il trauma e la conseguente paura che il fatto potesse ripetersi.

In tutto questo bailamme, i genitori sono praticamente scomparsi, tranne uno che ha voluto scusarsi con la docente a cui ha pure confessato di aver punito il figlio. Ora è vero che i tempi sono cambiati, che il mondo non è più quello di una volta, dove la rigidità e la maleducazione non avevano il permesso di ottenere un perdono. Ma, di fronte a casi del genere, c’è da stupirsi e da rimanere allibiti.

Certo, chi scrive non ha più i capelli neri e le gambe per giocare al pallone, ma gli anni della scuola li rammenta benissimo. Un episodio del genere non sarebbe passato liscio: la scuola avrebbe immediatamente preso i suoi provvedimenti, i ragazzi sarebbero stati sicuramente sospesi per riflettere a casa e capire che cosa avevano combinato.

D’altra parte, anche da papà e mamma non avremmo avuto solo scusanti e carezze, ma un paio di ceffoni ben suonati, questo si. C’è un proverbio napoletano che suona così: “Mazze e panelle fanno i figli belli” (le mazze sono gli scapaccioni che si meritano per un episodio del genere); per poi suggerire che “Panelle senza mazze fanno i figli pazzi”.

Ora, tra lo sconcerto di alcuni genitori che comunque non hanno voluto intromettersi, ci si interroga su quel che potrebbe avvenire in futuro. Ne seguiranno altri di questi fatti, visto che i protagonisti non debbono temere conseguenze? Si potrebbe fare marcia indietro e tornare ai giorni in cui la scuola era maestra di vita? Di Maria Cristina Finatti si sa poco: ha cambiato classe, ma non istituto, si è rivolta al ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, in attesa di novità. Saranno quelle di un ritorno all’educazione pura e semplice?