Perché chiedere fattura se il Fisco non mi riconosce Iva?

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 16 Ottobre 2015 - 05:47 OLTRE 6 MESI FA
Aumenta il limite del contante e quindi il nero che...

Aumenta il limite del contante e quindi il nero che…

ROMA – Salvatore Sfrecola ha scritto questo articolo anche per il suo sito “Un sogno italiano“.

Nel giorno in cui i giornali e le televisioni commentano la notizia che il Presidente del consiglio annuncia che porterà da 1000, più esattamente da 999,99, a 3000 il limite per l’uso del contanti negli acquisti, e le opinioni favorevoli e contrarie si leggono sui giornali e si sentono nelle trasmissioni televisive di approfondimento, il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, lancia l’allarme sul lavoro nero. Giusto un anno fa la Orlandi, dinanzi alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe, tributaria aveva detto: “l’economia sommersa vale tra 255 e 275 miliardi e dunque tra il 16,3 e il 17,5 del PIL”. Lo ricorda oggi Valentina Conte suRepubblica, segnalando una realtà di cui spesso si è detto, quella cioè, che “i cittadini non traggono benefici dall’aumento della tracciabilità” dei pagamenti.

È questo un punto essenziale, già risolto in altri ordinamenti, quello, cioè, di puntare sul contrasto di interessi tra chi paga e chi riceve il denaro. Ma perché il contrasto di interessi non sia meramente virtuale è necessario che il sistema tributario assicuri un vantaggio per il contribuente. Gli esempi dell’idraulico, ma anche del carrozziere o del meccanico che mette a punto la nostra automobile sono quelli classici, che si richiamano in questi casi nei quali il cittadino in molti casi si vede costretto ad accettare un pagamento in contanti, e quindi in nero, per risparmiare, perché se pagasse con una carta di credito, un bancomat o un assegno dovrebbe corrispondere una somma maggiore comprensiva quanto meno dell’IVA.

Si può certamente dire che il cittadino ligio alle leggi dovrebbe sempre chiedere la fattura o la ricevuta del pagamento, ma è lecito pretendere questo adempimento da chi in nessun modo ne trarrebbe un vantaggio? Credo che nelle condizioni attuali di difficoltà dell’economia privata, con stipendi bloccati e famiglie in affanno non si possa ritenere che ogni cittadino si trasformi in un “guardiano del fisco”. Ce n’è, ovviamente, ma è più frequente che, fatti due conti, molti decidano per risparmiare l’IVA e forse anche qualcosa in più.

In sostanza è lo Stato che favorisce i pagamenti in nero perché non consente al cittadino di trarre un vantaggio dal trasferimento di valuta nei confronti del fornitore di un bene o di un servizio. Su questo sfondo si inserisce l’annuncio del Presidente del consiglio che si attende da questa iniziativa un rilancio dei consumi. “È un modo per aiutare i consumi e dire basta al terrore”, afferma Renzi, sapendo che quei soldi sono “comunque tracciati”. Evidentemente non è vero, il movimento di contanti non è per definizione tracciabile. Per Pierluigi Bersani, infatti, il contante a 3000 euro favorisce “i consumi in nero, il riciclaggio, l’evasione e la corruzione”.

E poiché nelle sue prestazioni professionali l’idraulico o il carrozziere usano anche materiali vari anche questi sfuggono alla tracciabilità dell’operazione di acquisto presso il fornitore.

Naturalmente si sono schierati in favore del nuovo limite all’uso del contanti i commercianti, i quali evidentemente non temono di essere additati come i responsabili di una rilevante evasione fiscale. Per Sangalli, Presidente di Confcommercio, quella del Governo “è una scelta di buon senso”. Anche Davide Giacalone, ne scrive oggi su Libero, “aumentare la libertà nell’uso del contanti è un fatto positivo” ma deve ammettere che “crescerà anche il nero ma in attesa di un accordo europeo è un male necessario”. Per fortuna si ricorda che “l’uso delle transazioni economiche dovrebbe venire dalla convenienza”.

Il sistema tributario ha una funzione di controllo dell’economia nazionale e di redistribuzione del reddito attraverso una ragionevole selezione delle categorie da tassare o da agevolare, deve, sia pure gradualmente, giungere a tassare ogni forma di guadagno che provenga da una attività professionale anche artigianale. Il nero costituisce una grave ingiustizia perché fa gravare le imposte esclusivamente sui percettori di redditi fissi determinando all’interno della popolazione equilibri che sono essi stessi fonte di malcontento.