Keith Vaz, deputato laburista e il festino gay coi gigolò. Alla Commissione dice: “Erano arredatori”

di Caterina Galloni
Pubblicato il 31 Ottobre 2019 - 05:23 OLTRE 6 MESI FA
Keith Vaz, deputato laburista e il festino gay coi gigolò. Alla Commissione dice: "Erano arredatori"

Keith Vaz, deputato laburista e il festino gay coi gigolò. Alla Commissione dice: Erano arredatori

LONDRA – Il politico laburista Keith Vaz, 59 anni sposato e padre di due figli, nel 2016 è stato al centro di uno scandalo gay per essersi intrattenuto nel proprio appartamento con due escort maschi di origine slava pagati 150 sterline ciascuno e a un terzo aveva chiesto di acquistare della cocaina.

Il 6 settembre, aveva rassegnato le dimissioni ma nei giorni scorsi davanti alla commissione parlamentare ha sostenuto che si è trattato soltanto un terribile equivoco. Secondo Vaz, i due giovani escort che aveva invitato nel suo appartamento dicendo “diamo inizio alla festa” erano, in realtà, arredatori.

Quel sabato sera, alle 23,30, si erano recati da Vaz per “discutere degli interni” e, dato che era un parlamentare impegnato, era l’unico momento in cui poteva incontrarli. E’ questa la spiegazione che l’ex presidente della commissione Interni della Camera dei comuni ed ex ministro per l’Europa ha dato alla commissione sulla notte di tre anni fa.  

Il Commons’ Standards Committe ha bollato la spiegazione come “assurda” e in un rapporto di 69 pagine, ha demolito le bugie, le omissioni e i disperati tentativi dell’ex deputato laburista di sfuggire al biasimo. E hanno rivelato che, quando l’assurda affermazione di Vaz sui decoratori ha iniziato a crollare, ha fatto ricorso all’amnesia.

La commissione ha affermato che il sesso a pagamento tra adulti consenzienti non è illegale, ma i tentativi di Vaz di fuorviare le indagini lo hanno disonorato. L’inchiesta della commissione riguardava la sera del 27 agosto 2016, in un appartamento appartenente a Vaz, a 10 minuti a piedi dalla casa coniugale. Mentre i due escort si spogliavano, uno di loro chiese al parlamentare il nome e lui rispose “Jim” aggiungendo che era un tecnico di lavatrici dell’Europa dell’Est.

Purtroppo per Vaz lo stratagemma è stato inutile perché erano pienamente consapevoli della sua vera identità e uno di loro stava registrando di nascosto con il telefono le conversazioni per il quotidiano Sunday Mirror. Otto giorni dopo Vaz si era dimesso.
Soltanto ora la versione “non plausibile” degli eventi da parte di Vaz è stata resa pubblica, dopo che l’inchiesta della commissione è terminata e le conclusioni sono state approvate dalla commissione per gli standard della Commons House che ha pubblicato un rapporto.

Spiega come il parlamentare abbia insistito sul fatto che lui e la moglie avessero pianificato un rinnovamento “ambizioso” della loro casa e l’altro appartamento fungeva da abitazione temporanea. A causa dei numerosi impegni – che includevano una partita di calcio e una festa di compleanno – poteva incontrare “gli “arredatori”” solo in tarda serata. Sul nastro del Sunday Mirror, si sente una voce, presumibilmente di Vaz, dire un escort che è “una putt*ana sporcacciona” e aggiungere che è “molto eccitato”.

La commissione ha concluso: “L’idea che gli uomini fossero nell’appartamento di Vaz in relazione alla pittura e all’arredamento è incredibile. La registrazione non contiene alcuna prova di conversazioni sull’…arredamento”. Vaz e i suoi ospiti avevano inoltre parlato di altri escort tra cui uno che “aveva dimenticato il preservativo” e il deputato aveva ricordato: “Ho dovuto fo*terlo senza condom”.

Il parlamentare ha affermato di essere stato vittima di truffatori e ha prodotto un “dossier” sui due escort, ha affermato che il nastro del Sunday Mirror era stato  “manipolato”. Ma la commissione nel rapporto ha affermato che era “difficile, per dirla in poche parole” accettare le scuse dell’ex parlamentare e che se avesse detto la verità l’inchiesta avrebbe potuto concludersi molto tempo fa.

Fonte: Daily Mail