“Punire i clienti, non le prostitute”: Ue rilancia il ‘modello nordico’

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 01:10 OLTRE 6 MESI FA
"Punire i clienti, non le prostitute": Ue rilancia il 'modello nordico'

“Punire i clienti, non le prostitute”: Ue rilancia il ‘modello nordico’

STRASBURGO – Punire i clienti e non le prostitute. Questa l’idea dell’Europarlamento per combattere la prostituzione, soprattutto nei casi in cui le ragazze abbiano meno di 21 anni. L’idea che circola a Strasburgo è che il modello di Olanda e Germania, dove il lavoro sessuale è regolarizzato, non ha migliorato la situazione della prostituzione. Per questo è stato proposto il “modello nordico“, dove si punisce non chi fornisce la prestazione sessuale, ma chi la richiede.

Il 26 febbraio il Parlamento Ue ha approvato con 343 voti a favore, 139 contrari e 105 astenuti una risoluzione non legislativa sullo sfruttamento sessuale e la prostituzione e sulle loro conseguenze per la parità di genere. Nel documento, accolto con soddisfazione dall’eurodeputata Pd Silvia Costa, gli Stati membri vengono di fatto invitati a sposare il ‘modello nordico’, applicato in Svezia, Islanda e Norvegia ed allo studio in diversi altri Paesi Ue, in cui viene punito il cliente e non chi fornisce i servizi sessuali (come invece avviene in Francia, Gb, Irlanda e Croazia).

Mary Honeyball, relatrice de testo e laburista britannica, ha spiegato: “Più che una legislazione generale, che è risultata disastrosa in Olanda e Germania, abbiamo bisogno di condannare gli uomini che trattano il corpo della donna come una merce, senza criminalizzare chi è costretta al lavoro sessuale”.

In riferimento al modello olandese e tedesco, ma anche a quello austriaco e danese in cui la prostituzione è ugualmente permessa, Strasburgo sottolinea che la legalizzazione del lavoro sessuale e la depenalizzazione dell’industria del sesso “non sono la soluzione” per proteggere le donne e le minori dalla violenza e dallo sfruttamento. Anzi, producono l’effetto contrario.

Su questo punto il rapporto rileva che “la normalizzazione della prostituzione ha un impatto sulla violenza contro le donne” perché ricerche dimostrano come “gli uomini che acquistano servizi sessuali siano più inclini a commettere atti sessualmente coercitivi e di violenza”. Preoccupazione anche per l’aumento dei giovani “che acquistano servizi sessuali come forma di intrattenimento”.

Il Parlamento sottolinea inoltre che la crisi economica ha avuto un impatto “sul crescente numero di donne e minori” che si vedono obbligate ad esercitare la prostituzione, invitando le autorità nazionali ad aiutarle, proponendo soluzioni alternative per vivere. Allo stesso tempo, gli Stati Ue sono sollecitati a elaborare programmi per facilitare l’abbandono della professione.

Il rapporto evidenzia che tra l’80 ed il 95% delle prostitute ha subito qualche forma di violenza – stupro, violenza o pedofilia – prima di iniziare a prostituirsi. La Costa, europarlamentare Pd, ha osservato:

“Il modello nordico suggerito dalla relazioneha dimostrato l’efficacia di un approccio che, non criminalizzando la prostituta ma penalizzando la domanda di prestazioni sessuali a pagamento, produce un significativo cambiamento della consapevolezza delle donne e soprattutto degli uomini, oltre ad una riduzione della tratta e della criminalità collegata. Un approccio anche più coerente con la considerazione che la prostituzione rappresenta sempre una violazione dei diritti delle donne e della parità e che va combattuta e prevenuta, soprattutto tra i minorenni, per i quali la prostituzione non può mai rappresentare una libera scelta”.