Belgio. Arriva nuovo governo dopo 535 giorni senza: Di Rupo il premier

Pubblicato il 30 Novembre 2011 - 22:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ stato raggiunto dopo una crisi di 535 giorni un accordo di massima per formare un governo in Belgio, presieduto dal socialista francofono Elio di Rupo, di origini italiane. Lo scrive il sito di Le Soir, il principale quotidiano francofono. Secondo Le Soir, i sei partiti chiamati a formare le nuova coalizione federale hanno raggiunto l’accordo di massima poco dopo le 21:00 di oggi.

L’intesa verte su un documento programmatico di 185 pagine, che verrà esaminato nei dettagli dagli esperti dei partiti e dai negoziatori domani. Se non ci saranno intoppi dell’ultimo minuto, il Belgio avrà un governo circa un anno e mezzo dopo le elezioni del 13 giugno 2010. Dopo i congressi dei partiti durante il fine settimana, il giuramento della nuova compagine e la fiducia parlamentare sono attesi per l’inizio della prossima settimana.

Di Rupo sarà il primo ministro francofono e vallone dal 1974.  Non si conoscono al momento il nome degli altri potenziali ministri, che dovrebbero essere 15 al massimo. Lasciando la sede dei negoziati tra i sei partiti (socialisti, cristiano-sociali e liberali, sia francofoni sia fiamminghi), Di Rupo non voluto rilasciare commenti, secondo le tv belghe, ma è apparso decisamente sorridente.

Passate le difficoltà dei giorni scorsi – quando lo stesso Di Rupo aveva lasciato l’incarico conferitogli da Re Alberto Secondo – che le cose fossero sul punto di sbloccarsi è emerso il 26 novembre, quando è stato raggiunta una prima intesa tra i sei partiti sul bilancio federale per il 2012.

Dopo mesi di negoziati falliti, l’impasse e’ stata superata in una notte, dopo il taglio del rating sovrano da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha riportato immediatamente i partiti intorno al tavolo dei negoziati, dopo la rottura.    Come accennato, il Belgio e’ senza governo da oltre 18 mesi: dopo le elezioni tenutesi a giugno del 2010 i partiti vincitori non sono riusciti a superare le differenze politiche e linguistiche che hanno portato allo stallo dei negoziati, nonostante i ripetuti appelli del re.