Coronavirus piega Boris Johnson. Giampaolo Scacchi: Solo a metà, scuole aperte, ma alunni e prof stanno a casa

di Giampaolo Scacchi
Pubblicato il 18 Marzo 2020 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus piega Boris Johnson. Giampaolo Scacchi: Solo a metà, scuole aperte, ma alunni e prof stanno a casa

Coronavirus piega Boris Johnson. Giampaolo Scacchi (nella foto): “Solo a metà, scuole aperte, ma alunni e prof stanno a casa”

ROMA – Coronavirus piega anche Boris Johnson. Le sue ciniche parole che invitavano i sudditi britannici a non allarmarsi troppo per l’epidemia Covid-19 hanno provocato una vera e propria rivolta.

Senza scendere in piazza, molto all’inglese, i primi a ribellarsi sono stati i genitori:

“I bambini restano a casa, in pieno panico da coronavirus, dopo che i loro genitori hanno deciso di ignorare i consigli di Boris Johnson e dopo che quasi in 630 mila hanno firmato una petizione on line er fare chiudere le scuole”.

Questo un titolo del Daily Mail, seguito da questo altro:

“La chiusura totale da Coronavirus potrebbe durare 18 mesi. Nuovo allarme degli esperti che hanno innescato la svolta a U di Boris Johnson dicendogli che potrebbero esserci 250 mila morti”.

È stato il segnale della resa. O quasi.

Boris Johnson insiste nel rifiuto di chiudere le scuole ma molti bambini restano comunque a casa: i genitori temono il contagio, ignorano la sua indicazione: quattro su dieci alunni non partecipano alle lezioni.

Per frenare la diffusione del virus, Johnson ha esortato gli over 70 a restaare a casa per 4 mesi e la popolazione britannica tutta a evitare contatti e raduni ma, almeno al momento, le scuole e le Università restano aperte.

Fatto contestato dagli insegnanti, i quali sostengono che sia in contrasto con le altre raccomandazioni.

Katharine Birbalsingh, direttrice della Michaela Community School di Wembley, nella zona nord-ovest di Londra, ha commentato:”Si tratterebbe dunque di un contatto non essenziale per tutti tranne che per gli insegnanti che quotidianamente hanno diverse centinaia se non addirittura migliaia di contatti?”

E ha aggiunto:”Non sono un virologo ma come è possibile che il personale dia un senso a questa situazione? Decine, centinaia di genitori inoltre sono troppo spaventati per poter mandare i figli a scuola!”.

Andrew O’Neill, preside dell’All Saints Catholic College nella zona ovest di Londra, ha dichiarato che la situazione è “incredibile”: ha riferito che il 30% dei suoi allievi non si è presentato a scuola e un quarto degli insegnanti è in quarantena.

Al giornale Evening Standard ha spiegato:

“Gli enti preposti non hanno persone e si intende persino coinvolgere insegnanti che nelle ultime settimane hanno saltato le lezioni e sono entrate in contatto con migliaia di persone? E’ pazzesco”.

Chris Dyson, preside della Parklands Primary School di Leeds, ha dichiarato che la frequenza degli alunni è scesa al 74%, mentre Dan Morrow, amministratore delegato della Woodland Academy Trust nel Kent, ha sostenuto, come ha riferito il TES, è tra il 55% e l’80.

Johnson ha dichiarato:”Per tutta una serie di ragioni, riteniamo che, al momento, sia meglio  tenere le scuole aperte ma capisco questo aspetto che va tenuto sotto controllo.

Il rifiuto di chiudere le scuole, scrive il Daily Mail, è in contrasto con quelle di molti altri Paesi.

I genitori hanno dichiarato che l’iniziativa del Primo ministro è in contraddizione con quella di evitare contatti sociali e su Twitter hanno lanciato l’hashtag #covid19walkout.

Downing Street precisato che se i bambini non andranno a scuola a causa del coronavirus, le mamme e i papà non pagheranno multe.

Kevin Courtney, della National Union of Teachers, ha rilasciato un commento polemico:”Gli insegnanti vengono messi a rischio inutilmente? Abbiamo bisogno di informazioni e dal governo non arrivano”.

Hamid Patel, amministratore delegato di Star Academies – che gestisce una serie di eccellenti scuole statali – a The Guardian ha dichiarato che gli esami dovrebbero essere rinviati al prossimo anno, è l’unica e ragionevole opzione.