Francia legislative, Macron perde la maggioranza assoluta (247 seggi): Melenchon (147), boom Marine Le Pen (100)

Batosta per Macron che perde la maggioranza assoluta all'Assemblea Nazionale, braccato da Melenchon e da Marine Le Pen (90 seggi)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2022 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
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Melenchon e Macron (Ansa)

Francia legislative, Macron perde la maggioranza assoluta. I risultati in seggi del ballottaggio delle legislative in Francia si vanno precisando e lo scarto si allarga fra la coalizione Ensemble! di Emmanuel Macron e la Nupes di Jean-Luc Mélenchon.

Francia legislative, Macron perde la maggioranza assoluta

Sono 100 i seggi di distacco, 247 per l’alleanza governativa, 147 per l’Unione della gauche. Resta tuttavia lontana la soglia per la maggioranza assoluta di 289 seggi.

Resta, e si accentua, l’impresa di Marine Le Pen, che ha portato il Rassemblement National da 8 seggi a 90. Diventa quindi lei la prima oppositrice di Macron se si considerano i seggi dei singoli partiti, dal momento che La France Insoumise di Mélenchon ne ha 84.

Per Emmanuel Macron, due mesi dopo la conferma all’Eliseo, è arrivata la più bruciante delle sconfitte. Un crollo al di là di ogni previsione per il presidente che in settimana – tornando dalla sua prima visita nell’Ucraina in guerra – aveva chiesto ai francesi una maggioranza “forte e chiara” per una “Francia davvero europea”.

Ha vinto Melenchon, ha stravinto Le Pen

Ha vinto Jean-Luc Mélenchon, il tribuno della gauche che tallona la maggioranza presidenziale. Ha stravinto Marine Le Pen, che senza neppure fare campagna elettorale ha decuplicato il numero dei deputati all’Assemblée Nationale.

A parlare nella serata più difficile dell’era Macron, è stata la premier Elisabeth Borne, che ha pronunciato parole pesanti: “E’ una situazione inedita che rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale”.

La Borne ha lanciato un appello all’unità per “costruire una maggioranza d’azione” per il paese, ipotizzando “compromessi” per tenere la rotta. Sono crollati uno dopo l’altro i ministri del governo appena nominato da Macron, a cominciare dalla responsabile della Salute, Brigitte Bourguignon.

Spazzati via due uomini vicinissimi al presidente fin dall’inizio della sua avventura in politica: il presidente del Parlamento, Richard Ferrand, e il capogruppo dei deputati di En Marche!, Christophe Castaner.

Con chi governerà Emmanuel Macron?

Come ristrutturerà il suo governo decapitato da questo ballottaggio? E’ la premier giusta per una situazione così infuocata la tecnica e fredda Elisabeth Borne?

Gli analisti sono concordi sul fatto che Macron possa rivolgersi unicamente alla destra tradizionale, gli ex neogollisti che fino a 10 anni fa sono stati sempre uno dei due poli che si alternavano al potere della Quinta Repubblica e sono ridotti oggi a quarta forza in parlamento, per la prima volta dietro all’estrema destra.

Ma soltanto qualcuno dei dirigenti del partito, come Jean-François Copé, ha evocato stasera un “patto di governo” con i macronisti in difficoltà. il presidente, Christian Jacob, afferma che i Républicains “sono opposizione e lo resteranno”.

E’ stata proprio la leader dell’ultradestra a raccogliere il successo più clamoroso della sua carriera politica: partendo da 8 deputati, aveva l’obiettivo di raddoppiare per raggiungere il numero minimo per costituire per la prima volta un gruppo politico del Rassemblement National, ex Front National fondato dal padre Jean-Marie, a lungo senza alcuna rappresentanza in Parlamento.

Il suo nuovo gruppo avrà come minimo 85 deputati, un numero impensabile alla vigilia, più che decuplicato.