La guerra di Nicolas Sarkozy: fa il battagliero fuori, ma perde pezzi in casa

Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 22:08| Aggiornato il 12 Aprile 2011 OLTRE 6 MESI FA

Nicolas Sarkozy

PARIGI – Non è un gran bel momento per il presidente francese Nicolas Sarkozy. La sua popolarità è sprofondata quasi al 20 per cento e nonostante abbia puntato molte carte sul ruolo di guerriero che ha assunto in giro per il mondo, in realtà Sarkozy perde pezzi e consensi in casa.

Sembra proprio che le guerre di Nicolas, quella in Libia prima, contro il colonnello Muammar Gheddafi e quella poi in Costa D’Avorio per “liberarla” da Laurent Gbagbo, non stiano facendo il boom di proseliti.

In tutto questo calderone a preoccupare Sarkozy è la questione immigrati, l’esodo dei tunisini che varcano il confine italiano per arrivare in Francia. A Parigi però si sta facendo strada l’irriducibile Marine Le Pen con il suo Front National di estrema destra che vuole solo fare sloggiare i clandestini.

Se ufficialmente non ha annunciato la sua corsa all’Eliseo nel 2012, la prospettiva sembra quella, ma non c’è nessuna certezza su come reagiranno i francesi.

Mentre lui non fa altro che compiacersi della sua guerra contro il dittatore in Libia, lo stesso che lo aveva minacciato di dichiarare un segreto su di lui (cioè che gli aveva finanziato la campagna elettorale per salire all’Eliseo) , in casa e nel partito è lo sfacelo. Jean-Luis Borloo per esempio ha annunciato il suo addio alla destra di governo UMP. Fonderà un partito di centro e si presenterà per l’Eliseo, proprio contro Sarkò. A seguirlo è stata Rama Yade, anche lei da poco fatta fuori dal governo.

A forza di cercare di rosicchiare popolarità fra il popolo d’estrema destra, il presidente sta combinando un gran tra i suoi, tra quelli che si autodefiniscono ”moderati” e confluiscono verso il centro, primi fra tutti il nemico giurato Dominique de Villepin, ora anche Borloo. Avvocato e uomo di fiducia del miliardario poi fallito Bernard Tapie, Borloo ha portato il suo Partito radicale, nel 2002, all’interno della galassia UMP. Adesso se ne va perché, dice, ”proporremo l’ala sociale, l’ala umanista della maggioranza” e intanto ha raccolto il 30% di opinioni favorevoli alla sua candidatura all’Eliseo.

Intanto Sarko ha in mano solo quel 66 per cento di francesi favorevoli alla guerra in Libia, ma solo due settimane prima contrari. E’ davvero finita la sua era o davvero si reinventerà visto che lo hanno paragonato a Napoleone e a De Gaulle?

L’economia francese di certo da quando c’è lui è cresciuta di uno scarso 1,5% l’anno scorso, il tasso di disoccupazione francese è sceso al 7,5 per cento nel primo trimestre del 2008, ma la crisi economica globale l’ha rispinta al 9,6% nel quarto trimestre del 2010.

“I francesi sono delusi perché avevano creduto in lui, aveva sperato che la sua politica avrebbe portato risultati rispetto ai leader che l’hanno preceduto”, ha detto Frederic Miquet-Marty, di ViaVoice, una delle numerose agenzie di sondaggi che hanno passato allo scanner l’elettorato d’oltralpe.