Marine Le Pen: Parlamento Ue revoca immunità. Ma solo per aver diffuso video esecuzioni Isis

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2017 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA
Marine Le Pen: Parlamento Ue revoca immunità. Ma solo per aver diffuso video esecuzioni Isis

Marine Le Pen: Parlamento Ue revoca immunità. Ma solo per aver diffuso video esecuzioni Isis

ROMA – Marine Le Pen: Parlamento Ue revoca immunità. Ma solo per aver diffuso video esecuzioni Isis. La plenaria del Parlamento europeo ha revocato con un’ampia maggioranza l’immunità all’eurodeputata Marine Le Pen. La richiesta di revoca era arrivata nel quadro di un procedimento di inchiesta davanti al tribunale di Nanterre per aver diffuso sul suo profilo Twitter immagini di esecuzioni dell’Isis. La revoca dell’immunità riguarda solo il caso in questione e non l’inchiesta sui presunti incarichi fittizi dei suoi assistenti al Parlamento europeo, in cui a essere sotto indagine è la capo gabinetto di Le Pen.

Che, secondo quanto ricostruisce il testo della relatrice Laura Ferrara (M5s) approvato oggi, aveva postato su Twitter immagini violente con le esecuzioni di tre ostaggi, accompagnate dal commento “Ecco che cos’è Daesh” il 16 dicembre 2015, dopo un’intervista alla radio Rmc in cui l’ascesa del Front National era stata paragonata all’azione del gruppo terroristico. La diffusione di immagini a carattere violento in grado di recare pregiudizio alla dignità umana è un reato previsto dal codice penale francese.

I guai giudiziari del Front National. Uno stretto collaboratore della presidente e candidata del Front National all’Eliseo, Frédéric Chatillon, l’uomo chiave delle campagne elettorali del partito, è stato incriminato per frode e uso improprio di fondi pubblici il 15 febbraio scorso, ma la notizia si è appresa oggi da Le Monde, confermata poi da altre fonti di stampa.

Chatillon, uno dei responsabili della comunicazione del Fn attraverso la sua società Riwal, amico di Marine Le Pen dai tempi dell’università, quando lui era dirigente di un movimento studentesco di estrema destra, è stato accusato nell’ambito di un’inchiesta sui rimborsi elettorali per le amministrative e le europee del 2014 e per le dipartimentali del 2015.

Lo scorso ottobre, era già stato rinviato a giudizio, insieme al Front National e a due dirigenti del partito, in un’inchiesta simile riguardante i finanziamenti della campagna per le politiche del 2012. Solo ieri la candidata antieuropeista, che da giorni grida al “complotto” giudiziario, aveva sfidato i giudici annunciando che avrebbe disertato – almeno fino alla conclusione delle politiche di giugno – l’interrogatorio al quale era stata convocata per un altro affaire, quello sugli incarichi fittizi dei suoi assistenti parlamentari a Strasburgo, nel quale è indagata l’amica e capo di gabinetto, Catherine Griset.