La Russia vara il suo “processo breve”
La Russia ha il suo processo breve. Il presidente Dimitri Medvedev, infatti, ha firmato una legge federale che prevede la possibilità di chiedere un risarcimento per gli imputati i cui processi durino più di tre anni. Rispetto alla proposta del governo Berlusconi, quindi, invece di far decadere i processi ritenuti troppo lunghi, in Russia ci si accontenta di risarcire gli imputati.
All’origine della legge c’è la lentezza della burocrazia russa che, con i suoi tempi tradizionalmente lunghi (dagli zar all’Urss), ha causato una serie di ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
L’entità del risarcimento non è stabilita dalla legge e verrà deciso, volta per volta, dal tribunale arbitrale o dal tribunale ordinario a seconda della fase processuale in cui si è verificato lo stallo del procedimento. I cittadini alla sbarra, quindi, avranno diritto di chiedere ai magistrati di accelerare i tempi dei processi che li riguardano.
A seconda delle responsabilità accertate le sanzioni incideranno a livello di bilancio federale, regionale o locale. La norma, secondo Pavel Krasheninnikov, uno dei responsabili della legislazione processuale, costringerà i funzionari di polizia, giudici e funzionari ad attenersi più coscienziosamente ai loro doveri.
La legge federale sul “risarcimento per violazione del diritto a un processo entro un termine ragionevole” entrerà in vigore il 4 maggio 2010.