Ospedale Europa: Spagna in corsia, Merkel, Obama e la cura che non si trova

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 8 Giugno 2012 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

Angela Merkel

ROMA – Ospedale Europa, in corsia aumentano i malati, i medici non concordano sulla cura e la cura stessa non si sa se è efficace. Fuori di metafora: il “paziente” Spagna chiederà formalmente aiuto all’Europa e al fondo salva-Stati? Il “medico” Merkel è pronta a dire sì a questi aiuti e dare una mano alla crescita? L’altro medico Obama farà pressione e sufficienza per fare breccia nella corazza tedesca e far intravedere in Europa quelle riforme che darebbero fiato all’economia?

In corsia, al momento, l’urgenza da pronto soccorso riguarda Madrid. La situazione è da allarme, il punto debole sono le banche. Il governo procede con le nazionalizzazioni ma la cura non dà l’effetto sperato. Il risultato è che gli spagnoli stanno progressivamente accarezzando l’idea di togliere i soldi dal conto corrente. Fitch, l’agenzia di rating, ha dato giovedì il colpo di grazia: il rating del Paese è calato a BBB. E in più l’agenzia ha diffuso una diagnosi che non lascia molte speranze: per mettere al sicuro le banche spagnole servono 100 miliardi di euro. Dove li trova Madrid tutti questi soldi? Bussa all’Europa, ovvero al fondo salva-Stati come una Grecia qualsiasi? Dalla Bce fanno sapere che è questione di giorni, anche se questo per la Spagna vorrebbe dire rinunciare a parte della sua sovranità nazionale. Angela Merkel, dal canto suo, fa sapere che sì, la Spagna si può aiutare anche se la Germania non farà pressioni perché gli Stati accettino un sostegno.

In corsia i medici sono ansiosi. Barack Obama punta i piedi: la crisi europea sta creando grane anche agli Stati Uniti, roba da mettere in forse la rielezione. Il presidente preferisce omettere che in origine, nel 2008, furono gli Stati Uniti a innescare un disastro economico mondiale. Quanto alla “cura” fa sapere che l’Europa se vuole salvarsi deve imitare gli Usa: iniettando soldi nelle banche indebolite. Angela Merkel scalpita. La diagnosi perfetta, secondo la Cancelliera, prevede un’Europa saldata da un’unione di bilancio e un’unione politica. In sostanza, più poteri a Bruxelles per quanto riguarda i conti pubblici, la spesa, ma anche le scelte politiche. Terapia di difficile attuazione: la Gran Bretagna difficilmente firmerebbe, la Francia (finché c’era Sarkozy) ha sempre nicchiato e al referendum ha bocciato la Costituzione europea. E l’Italia? In Italia il “capitolo crescita” è al momento bloccato. Ci ha provato Corrado Passera a proporre il decreto sviluppo ma al Tesoro Monti e soprattutto Vittorio Grilli glielo svuotano di giorno in giorno perché “soldi non ce ne sono”. Ritornello sempre più ricorrente visto che il terremoto emiliano farà perdere Pil e bisognerà pur riparare la falla. Riassumendo: nell’ospedale Europa la terapia, se c’è, prevede tempi lunghi e esiti incerti. Nel frattempo, il paziente…