Turchia, Erdogan vince ma non potrà mettere mano alla Costituzione

Pubblicato il 12 Giugno 2011 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA

Tayyip Erdogan

ANKARA – Praticamente ce l’ha fatta, ma non ha sfondato la soglia dei due terzi in Parlamento come sperava: il premier turco Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni, ma senza plebiscito e non potrà mettere mano alla Costituzione.

L’Akp del premier è arrivato al 50%, ma non ha stravinto. Nelle precedenti consultazione del 2007, l’Akp aveva ottenuto 341 deputati.Quella ottenuta dall’Akp è una maggioranza assoluta che però assegna al partito del premier solo 326 seggi, quattro in meno della soglia sopra la quale avrebbe potuto varare riforme da far poi ratificare da un referendum. Nelle precedenti elezioni l’Akp aveva ottenuto il 46,6% dei voti ma 341 seggi. Principale forza di opposizione si confermano i socialdemocratici del Chp con il 25,9% dei voti, in aumento rispetto al 20,9% del 2007, e 135 seggi.

A togliere deputati alla formazione di Erdogan è stato anche il partito nazionalista Mhp (lieve flessione a 13,1% dei voti e 54 seggi) e quello filocurdo del Bdp che, sebbene sia sotto la soglia di sbarramento del 10% (ha ottenuto il 6,4%), dovrebbe mandare 36 propri esponenti presentatisi come indipendenti.

Erdogan pensava già a rimanere al potere fino al 2023, centenario della fondazione della Turchia, trasformandola in una Repubblica presidenziale: facendo perciò temere sviluppi autocratici: questa la parabola che biografi, analisti e in parte lui stesso nei suoi comizi tracciano del premier turco.

E’ popolare (lo chiamano ”uomo del popolo” o ”papa Tayyip” e alcuni sondaggi attribuiscono al suo partito anche il 50% dei voti), è un vero ”animale politico” capace di improvvisi cambi di strategia e anche tribuno che evoca ”forze oscure” e golpiste al lavoro contro di lui.

Il suo curriculum lo indica ex sindaco di Istanbul e figura di spicco del disciolto Partito del Benessere di ispirazione islamico-conservatrice come la formazione che guida, l’Akp, al potere con governi monocolore dal 2003 (dopo le elezioni di fine 2002).