Ue, “Francia e Germania studiano un’Eurozona a due velocità”

Pubblicato il 9 Novembre 2011 - 22:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 9 NOV – Francia e Germania starebbero studiando l’ipotesi di istituire una zona euro a due velocità con un ‘nocciolo duro’ di Paesi maggiormente integrati aprendo così a un radicale cambiamento dell’Unione Europea.

E’ quanto riferiscono fonti europee alla Reuters, secondo cui iniziative e contatti si sono avuti fra Parigi, Berlino e Bruxelles nei mesi scorsi, aumentando le possibilità che uno o più Paesi escano dall’euro mentre quelli più virtuosi vadano verso una più profonda integrazione economica, che includa anche gli aspetti fiscali e di bilancio.

Secondo alcune fonti l’idea sarebbe stata discussa ”a livello intellettuale” senza arrivare agli aspetti tecnici e operativi. Tuttavia il taboo dell’uscita di un paese dall’euro è stato già rotto al recente G20 di Cannes quando il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel hanno detto che la Grecia potrebbe uscire dall’euro se questo è necessario per mantenere la stabilità dell’euro, elemento ben più importante.

”Abbiamo bisogno di stabilire esattamente la lista di coloro che non vogliono far parte dell’euro e quelli che semplicemente non possono” ha spiegato un anonimo diplomatico Ue. Una fonte governativa tedesca ha affermato come ”si chiamerebbe ancora euro ma con meno paesi. Adesso non siamo capaci di parlare con una sola voce e compiere decisioni difficili nell’euro zona. Non si può rimanere con un voto per ogni paese”.

Le stesse fonti spiegano quindi come ora si stia verificando un’accelerazione da parte di Francia e Germania anche nella prospettiva di un ulteriore allargamento dell’Ue da 27 a 35 Paesi nel prossimo futuro. ”E’ qualcosa che è nell’aria da qualche tempo – spiegano – ma la differenza ora è che alcuni Paesi stanno andando avanti in questa direzione molto rapidamente. Il rischio di una divisione, di una Europa a due velocità non è mai stato così reale”.

L’idea di un ‘nocciolo duro’ sarebbe comunque probabilmente respinta da Austria e Olanda che pure ne farebbero parte. Secondo un diplomatico Ue ”questa idea non va nella direzione verso la quale vogliamo andare”.