Roma laboratorio nazionale? Alemanno, uomo di punta di Berlusconi, apre all’Udc

Pubblicato il 23 Agosto 2010 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Gianni Alemanno

Per sostituire Fini e dare rappresentanza visibile all’elettorato di destra Berlusconi ha puntato deciso su Alemanno, che da militante duro e puro del fu Msi, si è trasformato in navigatore provetto nei marosi della politica politicante. Al giro di boa del suo mandato il sindaco di Roma sta preparando un corposo rimpasto, puntellando la maggioranza con delle novità che sembrano anticipare il ricambio a livello nazionale. L’Udc di Casini e La Destra di Storace sono i beneficiari di un corteggiamento serrato: poltrone, assessorati, manager e funzionari, tutto è utile per disinnescare la minaccia finiana, allargando la maggioranza.

Con il nuovo status di Roma Capitale, esecutivo a partire dal 20 settembre, la giunta comunale potrà arrivare a contare su 15 assessori contro i 12 attuali. La moltiplicazione dei posti si aggiunge a qualche significativa sostituzione. In lizza ci sono appunto Dario Rossin (La Destra)  come delegato alla Sicurezza e Alessandro Onorato (Udc) disponibile per l’assessorato alle Periferie se non per quello specifico della Casa.

Oltre agli assessorati c’è da nominare il nuovo Capo Gabinetto del Campidoglio e i vertici dell’Atac. Su tutto, naturalmente, grava l’incognita delle elezioni anticipate, che scompaginerebbe il quadro politico e gli equilibri consolidati. Ma la prospettiva di un’iniezione di forze nuove per Roma Capitale potrebbe cementare alleanze utili al rafforzamento della maggioranza facendo terra bruciata intorno alla diaspora finiana. Alemanno dimostra ogni giorno di più la sua fedeltà assoluta a Berlusconi, che politicamente ne ha fatto un personaggio di primo piano della politica nazionale, esattamente come fece a suo tempo con Fini, sdoganato quando era un “paria” per la vita istituzionale del paese.

Il calcolo politico, l’ambizione personale, sono fattori prevedibili e del tutto normali. Interessante è valutare quanto il “laboratorio” romano possa incidere sul quadro complessivo. Che Alemanno abbia ripudiato Fini interessa solo quella parte politica che un tempo veniva definita “nostalgica”: i sentimenti in politica hanno vita breve, conta rimanere in sella, conservare il potere, alleandosi con chi ci sta. Il ragazzo tutto istinto e ideali, non esiste più. Ha imparato da Fini e adesso l’allievo ha superato il maestro. Quindi tutti dentro, dai “palazzinari” democristiani di Casini agli impresentabili “fascisti” di Storace. Ai primi offrirà nuove occasioni per la speculazione, i secondi li convincerà esibendo la celtica che porta al collo.

Berlusconi lo farà suo vice: Roma Capitale è solo un trampolino, la città s’è sempre governata da sola.