Alexander Stille: “I giornali italiani servono solo ai politici, non ai lettori. Berlusconi ci sguazza”

Pubblicato il 7 Gennaio 2011 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA

Alexander Stille, giornalista, scrittore, docente alla Columbia University, intervistato dal Fatto Quotidiano spiega che “l’informazione italiana è sempre stata fin troppo vicina alla politica”. “I quotidiani italiani non sono fatti per i lettori, ma per i politici. C’è un bellissimo saggio dell’inizio degli anni ‘50, scritto da Enzo Forcella, che s’intitola 1500 lettori. Già allora si diceva che la stampa italiana non era pensata per informare i cittadini, ma ad uso e consumo di un ristretto gruppo di persone: i potenti. Ministri, prelati, imprenditori. Questo è sempre vero, purtroppo. Ed è così a sinistra come a destra”.

“Il punto – spiega Stille – è che questo modo di fare informazione fa comodo a molti. È uno degli aspetti, purtroppo geniali, di Berlusconi: da 16 anni offre una forma di intrattenimento quotidiano. Vive sulle battute, sui commenti oltraggiosi, sulle gaffe. Usa i suoi passi falsi e gli scandali come diversivo. Una distrazione dai problemi veri del Paese”.

“Per esempio lo scandalo più grande degli ultimi decenni è la situazione dell’economia italiana. Una crisi che sentono tutti, ricchissimi a parte, e di cui quasi non si parla. La crescita del pil si è fermata quasi del tutto mentre l’Italia ha perso molto in termini di competitività. Tutti gli economisti lo sottolineano, ed è una cosa visibile anno dopo anno, soprattutto con il governo Berlusconi. Eppure i giornali italiani non se ne occupano. Forse perché il premier non vuole che se ne parli: è la controprova del fatto che il re è nudo. E soprattutto incompetente in un campo in cui avrebbe dovuto essere un maestro”.

Poi Stille si scaglia contro il Tg1 di Augusto Minzolini: “Il mondo di Minzolini è un mondo a parte, irreale, di fantasia. Però questa non può essere una scusa per fare meno bene il proprio lavoro. Anche magari facendo articoli critici su quello che appare in televisione.Il Tg1 è anche un ottimo ufficio stampa, quando serve. Berlusconi non sarebbe sopravvissuto nemmeno un anno, con un’informazione aggressiva e capace. L’avrebbero distrutto in mille occasioni: mi viene in mente il decreto salva-ladri. O le tangenti alla Guardia di Finanza. E naturalmente potremmo continuare per ore. Invece appare dove vuole, non risponde mai e impone la sua visione del mondo sul Paese”.