Alfano acclamato segretario Pdl: “Voglio un partito degli onesti

Pubblicato il 1 Luglio 2011 - 20:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’accoglienza di prima mattina era stata calorosa, standing ovation e ministri intorno a fargli gli auguri, ma forse Angelino Alfano non si aspettava che il consiglio nazionale del Pdl chiamato ad investirlo ufficialmente segretario politico del partito si trasformasse in una vera e propria incoronazione. La scena e’ tutta per il ministro della Giustizia ed il primo a rendersene conto e’ Silvio Berlusconi che, forse per la prima volta in modo plateale davanti ai pidiellini, cede il suo ruolo, quello di protagonista e indica nel Guardasigilli colui che puo’ imprimere la svolta di cui il partito ha bisogno.

Ad aprire la mattinata e’ stato proprio il Cavaliere che pero’ vuole subito il ‘delfino’ al suo fianco. Chiama sul palco Alfano, gli alza il braccio in segno di vittoria (gesto che ripetera’ anche alla fine) e in barba a regole e statuto chiede, tramite una standing ovation, che la platea lo nomini subito segretario. Investitura che poi sara’ ufficializzata con la procedura tradizionale e cioe’ notaio e deleghe alzate dalla platea.

A quel punto la scena e’ tutta per lui che sembra aver pescato dalla migliore tradizione democristiana per la stesura del suo intervento. Vinta l’emozione iniziale, la prima parte del discorso Alfano la dedica ai ringraziamenti ed il primo della lista e’ proprio Silvio Berlusconi: ”Vidi questo imprenditore in Tv – racconta mostrando anche il primo santino della sua campagna elettorale ad Agrigento nel 1994 – e decisi di iscrivermi a Forza Italia”.

Non vuole pero’ parlare al passato quando c’e’ di mezzo il Cavaliere tant’e’ che sul futuro del centrodestra Alfano sembra non avere dubbi: ”Berlusconi rivincera’ le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredita”. Ma prima di pensare alle elezioni politiche, per il neo segretario c’e’ da pensare al partito, a recuperare quei consensi persi alle ultime elezioni ma, soprattutto a ricostruire l’unita’ interna lacerata da correnti e divisioni: ”Altri piu’ di me meritavano il mio posto”, spiega citando poi il lavoro dei tre coordinatori nazionali, ma non dimentica due maggiorenti del Pdl, Altero Matteoli e Claudio Scajola, che nei mesi scorsi hanno piu’ volte criticato la gestione stessa del partito.