Ballottaggi, Pdl ko ora resa dei conti: “Senza Berlusconi non si vince”

Pubblicato il 11 Giugno 2013 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

Ballottaggi, Pdl ko ora resa dei conti: "Senza Berlusconi non si vince" ROMA – Dopo la pesante sconfitta ai ballottaggi e dopo aver visto il Pd accaparrarsi 16 capoluoghi su 16, per il Pdl è tempo di resa dei conti. E tutti “scaricano” il segretario Angelino Alfano, invocando il nome di Silvio Berlusconi. ”Senza Berlusconi siamo più deboli e non si vince. Certamente ci ha penalizzato l’astensionismo, ma anche il mancato trascinamento delle Politiche, oltre che la mancata presenza in prima persona di Berlusconi”, dice Maria Stella Gelmini, vice capogruppo del Pdl alla Camera.

”Spesso in alcuni comuni capoluoghi il centrodestra si è presentato diviso – spiega ancorala Gelmini – E la contesa che ne scaturisce tra due o anche più candidati finisce per consegnare i municipi alla sinistra. Non solo, ma ci sono margini di miglioramento nell’organizzazione”, ovvero ”la struttura di un partito leggero mal si adatta ad una forza politica come la nostra che per sua natura ha l’ambizione di governare anche nelle realtà amministrative”.

Per Fabrizio Cicchitto il Pdl è schizofrenico: “L’astensionismo alle amministrative ha colpito in particolare il Pdl perchè’ il partito vive una condizione schizofrenica. Abbiamo dei sondaggi politici nazionali (anche se io ai sondaggi non credo a occhi chiusi) – spiega – in cui il centrodestra è superiore al centrosinistra e poi, invece, in queste amministrative, abbiamo visto che i risultati ci penalizzano attraverso l’astensionismo. Il fatto è che da un lato abbiamo la leadership carismatica di Berlusconi e dall’altro un partito ai livelli regionali e locali che deve ancora strutturarsi sul territorio”.

Il risultato delle elezioni comunali dimostra per il Popolo delle Libertà che ”se si ha un grande carisma dobbiamo tenerlo stretto”: è quanto ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, riferendosi a Silvio Berlusconi. Lupi ha ricordato che nel centrodestra ”in questi anni è cresciuta una classe dirigente” di giovani ed ha sottolineato che ”alle elezioni amministrative non bisogna mostrarsi divisi, ma anche che importa il candidato sindaco che scegli, come testimonia il caso di Treviso”.