Berlusconi. 5 giorni di degenza, più lunga del previsto

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 - 17:17 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi dopo l'aggressione di domenica a Milano

A vederlo in tv domenica scorsa sembra solo una leggera contusione. Ma le ferite provocate dalla statuina del Duomo lanciata da Massimo Tartaglia contro il volto del presidente del Consiglio Berlusconi, si sono rivelate molto più serie e la degenza presso l’ospedale San Raffaele è durata ben cinque giorni.

Ripercorriamo le tappe mediche che hanno lasciato con fiato sospeso gli elettori e non solo, soprattutto quando gli annunci delle dimissioni venivano smentite puntualmente. Subito dopo l’aggressione sembra che Berlusconi in ospedale debba rimanere giusto il tempo per una medicazione. Il bollettino medico chiarisce invece che le ferite riportate sono molto più gravi: perdita copiosa di sangue con lesione lacero-contusa interna ed esterna e due denti lesi, di cui uno superiore fratturato. Sottoposto ad una tac precauzionale per decisione dei medici che decidono di tenerlo in osservazione per 24 ore.

Lunedì 14 dicembre.  Il medico personale di Berlusconi, Alberto Zangrillo, che è anche primario di anestesia e rianimazione all’ospedale San Raffaele di Milano, spiega che il premier non riprenderà l’attività lavorativa «prima di dieci giorni». E’ il giorno delle dichiarazioni di solidarietà e di condanna e all’ospedale Berlusconi riceve le visite, tra gli altri dei presidenti del Senato e della Camera, Renato Schifani e Giafranco Fini, di Umberto Bossi, di Giulio Tremonti e di Pierluigi Bersani.

Martedì 15 dicembre.  «Appare un po’ stanco e sente più dolore rispetto ai giorni scorsi, perché questo tipo di traumi si avvertono di più a freddo»: lo spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. A causa del dolore riesce a mangiare poco anche se non è necessario alimentarlo utilizzando una flebo come avvenuto nei giorni precedenti. Le visite vengono filtrate e tra le centinaia di telefonate arriva anche quella del presidente degli Stati Uniti Barak Obama il quale, oltre ad informarsi sulle condizioni di salute, lo ringrazia per il contributo italiano in Afghanistan e per la decisione del Governo italiano di inviare altri mille uomini nel corso del 2010.

Mercoledì 16 dicembre – E’ annunciato come il giorno delle dimissioni invece la notte per il presidente del Consiglio è stata difficile. Il dolore per il colpo subito si riacutizza come la cervicalgia che lo tormenta da tempo e la difficoltà a nutrirsi, fanno decidere ai medici di trattenerlo. In serata, tra l’altro, un giovane piemontese con problemi psichici tenta di introdursi nei locali dei degenti solventi dove è ricoverato Berlusconi.

Giovedì 17 dicembre. Oggi alle 11:48 Silvio Berlusconi lascia l’ospedale per raggiungere la sua residenza ad Arcore. Dal finestrino dell’auto saluta i cronisti con la mano. Sono visibili due cerotti sul labbro e sul naso. Attraverso Palazzo Chigi fa sapere che di questi giorni gli rimarranno due cose: «L’odio di pochi e l’amore di tanti, tantissimi, italiani. Agli uni e agli altri faccio la stessa promessa: andremo avanti con più forza e più determinazione di prima sulla strada della libertà».