Berlusconi a Vespa: “Non serve altra manovra. 11/9? Ho pianto”

Pubblicato il 10 Settembre 2011 - 16:53 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 10 SET – ”Noi siamo sicuri che resisteremo fino alla fine della legislatura”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una intervista a Bruno Vespa per lo speciale di ”Porta a Porta” sull’11 settembre che andra’ in onda stasera, rispondendo alla domanda se intende rimanere al governo fino alle elezioni del 2013.

Basta solo questa manovra. ”No ritengo di no perche’ questa manovra e’ stata fatta da noi seguendo tutte le indicazioni delle Banca Centrale Europea”. Cosi’ il presidente  Berlusconi risponde alla domanda di Bruno Vespa se la manovra dovra’ essere rafforzata nei saldi ”nelle prossime settimane o nei prossimi mesi”.

Afghanistan, via entro il 2014. ”I primi soldati li porteremo a casa alla fine di questa primavera e via via diminuiremo la nostra presenza fino a non avere piu’ forze nel 2014”. E’ quanto assicura il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante l’intervista con Bruno Vespa che andra’ in onda stasera a ‘Porta a Porta”, rispondendo a una domanda sull’Afghanistan.
”Insieme agli alleati – aggiunge – abbiamo previsto una strategia per consegnare tutto il sistema della sicurezza dei cittadini nei confronti dello Stato e nei confronti di eventuali nemici dello Stato alla forze afghane che dipenderanno direttamente dal Governo afghano”.

11 settembre e pianto a dirotto.  ”Io vidi come tanti alla televisione quel che successe e mi misi a piangere senza piu’ fermarmi”. Ricorda cosi’ l’11 settembre del 2001 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso dell’intervista a Bruno Vespa.

”Forse per rievocare quello che ho sentito – aggiunge – all’epoca ricordo le parole che pronunciai dinanzi al Congresso degli Stati Uniti. Dissi pressappoco che prima degli altri attentati dell’11 settembre i Paesi Occidentali vivevano nella certezza assoluta della propria sicurezza. Vivevano nella certezza che nulla, soprattutto dopo il crollo del muro di Berlino avrebbe potuto interferire con la loro vita civile e democratica”.     ”Nel 2001 – ricorda ancora il premier – appena insediato il mio secondo governo mi trovai a presiedere il vertice del G8 a Genova e terminati i lavori che erano previsti, la cena conclusiva divenne una cena tra amici. Cioe’ la tragedia della seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda, durata cosi tanti anni, erano lontani e dimenticati. E io provai dentro di me una grande gioia, una grande felicita”’.

”Si era aperta una nuova epoca di pace duratura e invece pochi mesi dopo accadde l’impensabile. L’11 di settembre in effetti segno’ l’inizio di una guerra completamente diversa rispetto alle guerre che hanno insanguinato l’umanita’ nei secoli passati perche’ non e’ un conflitto tra Stati, ne’ uno scontro di civilta’, perche’ non si tratta di un attacco dell’Islam all’ Occidente. L’Islam moderato, alleato delle democrazie occidentali, e’ anch’esso nel mirino dei terroristi. E’ in prima linea nel loro mirino. Si tratta di un attacco da parte del fondamentalismo radicale che usa il terrorismo contro l’avanzare della democrazia nel mondo e contro il dialogo tra le civilta”’.

”Le democrazie occidentali – sottolinea – si trovarono di fronte all’attacco di organizzazioni fanatiche che colpirono e colpiscono persone inermi che minacciano i valori fondamentali su cui si fonda la nostra civilta’. Io credo che i governi democratici debbano adempiere a un compito enorme, cioe’ devono difendere la loro sicurezza, la sicurezza dei loro cittadini e garantire loro la liberta’ dalla paura. Questa e’ la nuova frontiera, direi,  della liberta”’.